Regalbuto: il silenzio delle autorità in merito al sotterramento di un cavallo nei pressi del lago di Pozzillo

Regalbuto. Delicata questione di salute pubblica ed inquinamento ambientale, ovvero del sotterramento di un cavallo morto nei pressi del Lago di Pozzillo. La tumulazione abusiva, incredibilmente autorizzata con ordinanza del sindaco di Regalbuto Bivona Francesco, è avvenuta in un terreno privato che si trova su un sito di importanza comunitaria, di fronte a case di civile abitazione e strutture ricettizie pubbliche, compresa una piscina confinante col Lago di Pozzillo.
Grazie al prezioso contributo dei consiglieri di minoranza “Regalbuto Riparte” e “Obiettivo Comune”, si è a tal uopo indetto un consiglio comunale il 29/12/2020, tenutosi in videoconferenza, ove hanno specificato che è passato un anno dal gravissimo fatto, ma ancora non è stata individuata la zona esatta del seppellimento dell’animale, che peraltro, avrebbe dovuto essere evidenziata e custodita con apposita recinzione, nonostante in detta zona si avvertiva e si avverte un putrido fetore.
Ebbene, mentre le autorità preposte alla salvaguardia dell’igiene e salute pubblica stanno ancora a guardare, è più che mai urgente accertare le responsabilità in primis del sindaco che con ordinanza n. 01/2020 del 14/01/2020 avrebbe consentito in modo arbitrario l’interramento del grosso equide, e poi non avrebbe curato, nonostante i tanti solleciti, se le prescrizioni di legge erano state rispettate.
Come si evince dalla normativa comunitaria di riferimento, l’interramento di carcasse animali è ammesso, in deroga, soltanto in particolari casi eccezionali, in cui non sia possibile provvedere allo smaltimento della carogna mediante incenerimento, oppure non sia possibile raggiungere il corpo dell’animale perché si trova in zone impervie, con apposito mezzo di trasporto, che, peraltro, deve avvenire necessariamente ad opera di ditte specializzate per ridurre al minimo i rischi per la salute pubblica, causa la presenza di molti agenti patogeni.
Nel caso di specie, il cavallo pare sia deceduto nella sede della ditta che ha richiesto il seppellimento, quindi un luogo facilmente raggiungibile con mezzi meccanici.
Allora ci si chiede: è mai possibile che in un Paese civile come l’Italia che si batte per la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, si possano verificare episodi del genere, senza che alcuna autorità – come l’Asl Veterinaria ad esempio – intervenga per far rispettare la legge?
Lasciamo alla fantasia del lettore immaginare cosa sarebbe successo se tutto questo fosse avvenuto nei pressi delle falde del Lago di Garda o del Lago Maggiore.
C’è chi, come il signor Rosario Calanni, ha assistito personalmente al suddetto seppellimento, fotografandone tutto il suo iter, e ha fatto ricorso al Procuratore della Repubblica, nella speranza di essere convocato ed interrogato al più presto in merito all’annosa questione.

Quanto sopra è tratto da un articolo pubblicato su lavocedellisola.it il 19 corrente mese a firma di Giuseppe Proiti