Ecomuseo del Simeto: una buona pratica collaborativa di istituzioni e associazioni per la tutela valorizzazione del territorio

Tra quelli che hanno sottoscritto la richiesta del Presidio partecipativo del Patto di Fiume Simeto alla Regione Sicilia per il riconoscimento dell’Ecomuseo del Simeto ci sono i comuni di Catenanuova, Centuripe, Regalbuto e Troina, il comitato provinciale Unpli di Enna e il circolo Ancipa Legambiente di Troina. La legge regionale (lr) di riferimento è la 16 del 2014 “Istituzione degli Ecomusei in Sicilia”.

Gli altri partner dell’Eco Museo del Simeto sono: i comuni di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Ragalna, e Santa Maria di Licodia, Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Catania, Parco Archeologico e Paesaggistico di Catania e della Valle delle Aci, Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR di Catania, Gal Etna, Biodistretto della Valle del Simeto, Rete Fattorie Sociali Sicilia, Comitato provinciale UNPLI di Catania e circolo Legambiente “Etneo”.
Il procedimento amministrativo per il riconoscimento dell’Ecomuseo prevede due passaggi: un primo esame della richiesta da parte della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Catania e la successiva valutazione da parte del Comitato tecnico-scientifico dell’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana. Ma che cos’è un Ecomuseo? La descrizione la leggiamo nell’articolo 2 della legge lr 16 del 2014: il patto con il quale una comunità si impegna a prendersi cura del territorio in cui vive e che la tutela, valorizzazione, manutenzione e produzione di cultura di un territorio omogeneo geograficamente, socialmente ed economicamente.
L’idea dell’ecomuseo del Simeto è maturata nell’ambito di quell’esperienza di governance territoriale per la costituzione del Patto di fiume Simeto, iniziata nel lontano 2009 con la mappatura di comunità, che ha visto coinvolti dieci comuni di cui tre dell’ennese (Centuripe, Regalbuto e Troina) e sette del catanese (Adrano, Belpasso, Biancavilla, Motta Sant’Anastasia, Paternò, Ragalna, Santa Maria di Licodia. Ma non sono stati solo i comuni come istituzioni ad esserne stati i protagonisti. Un ruolo non trascurabile hanno avuto anche le associazioni, che si sono costituite in Presidio partecipativo del Patto di Fiume Simeto, per spingere i comuni a costituire il patto di fiume e a seguirli in tutti i passaggi per la costituzione, e spesso anche a pungolarli quando l’impegno sembrava scemare. Le finalità dell’Ecomuseo del Simeto sono quattro: far conoscere l’importanza del fiume Simeto ai visitatori e agli abitanti del territorio attraversato dal fiume e dai suoi affluenti, coinvolgere quei soggetti che per vari motivi sono esclusi dalla vita civica ed economica della comunità, ricucire il legame città-campagna, e sostenere le microeconomie locali.

Silvano Privitera