Sabato sera a Leonforte scatta una “scerra” fra ragazzi ed è subito caso

Da sempre a Leonforte la “scerra” ha caratterizzato la vita sociale dei quartieri. In un passato non lontano i ragazzi della “Chianotta” litigavano contro i ragazzi di “Santa Croce” mentre la “Monachella” gareggiava con la “Caddivarizza”. I “Brivaturara” invece tenevano testa a tutti perché capaci costruttori di fionde e ardui lanciatori di “cuticchie” altrove intese pietre o anche “ammazza cani”. Le feste paesane spesso si chiudevano con una rissa per la riconquista del territorio e delle donne, oltraggiate da frasi o sguardi impertinenti di agirini o nissorini “spacchiusi”. Questi forestieri attesi alle uscite principali, da orde di giovanotti provenienti da ogni “vanedda”, venivano persuasi a non tornare più a suon di mazzate perchè la promiscuità fra limitrofi era ritenuta cosa empia. Nell’immediato le “scerre” hanno abbandonato il quartiere per spostarsi nelle traverse adiacenti il corso principale. Dinamiche consuete seppur discutibili, che mai hanno interessato i giornali o l’analisi social. Oggi al tempo delle “risse organizzate” anche la “scerra” fa caso e diventa “mega-rissa” come quella del Pincio (Roma) del 5 dicembre, nata su Instagram e ingigantitasi su Tik-Tok, Telegram e Tellonym. A Leonforte come a Roma, la rissa è stata sedata dalle forze dell’ordine, impegnate a monitorare il territorio, separare litiganti, recuperare utilitarie rubate, arrestare spacciatori, multare trasgressori del coprifuoco e riappacificare vicini litigiosi. Nelle ore successive alla “mega rissa” paesana hanno cominciato a circolare voci sui presunti responsabili e qualche gola profonda ha parlato dei noti vecchi alticci, con buona pace dei tutori dei buoni costumi e dei nostalgici del nastro segnaletico, inibente gli spazi pubblici. Il nastro, acquistato con un notevole impegno spesa, è tornato e certamente impedirà altre risse e altri assembramenti: frutto del degrado umano e della mancanza di leva militare.

Basta poco per montare un caso soprattutto se il caso serve a distrarre da questioni più importanti a Leonforte come a Roma.

Gabriella Grasso


(foto repertorio)