Incontri romani per sollecitare approvazione proposta di legge zone franche in Sicilia, che individuerà il presidente della Regione Siciliana

Ad individuare i territori in cui ricadano le zone franche montane in Sicilia sarà il presidente della Regione su proposta dell’assessorato regionale per le attività produttive. Lo prevede la proposta di legge istitutiva delle zone franche montane che l’Assemblea regionale siciliana (Ars) ha presentato al parlamento nazionale. Per Vincenzo Lapunzina di Castellana Sicula, coordinatore del comitato regionale siciliano zone franche montane, “è la prima legge di prospettiva della storia dell’Ars approvata all’unanimità dall’Ars”. Lapunzina e la sindaca Giovanna Bubello di Alessandria della Rocca, accompagnati dalla senatrice Urania Giulia Papatheu, sono andati a Roma a parlarne con la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, e il presidente della commissione finanze e tesoro del Senato, Luciano D’Alfonso.

Dalla Casellati hanno avuto la conferma della sua disponibilità a sostenere il percorso giusto per l’approvazione della legge “con l’auspicio che ciò avvenga nel più breve tempo possibile”. Anche D’Alfoso li ha rassicurati sul “suo apporto per attivare in Sicilia le zone franche montane, nel solco già tracciato dall’Ars”. Lapinzina e Bubello attribuiscono una grande importanza a questa proposta di legge per gli effetti postivi che si attendono potrà avere sul sistema economico locale dei comuni montani e ne spiegano così le ragioni: “Le terre alte di Sicilia vivono da anni una crisi che ha provocato in maniera tangibile spopolamento e inaridimento del tessuto produttivo. In assenza di una previsione statutaria che preveda la fiscalità di sviluppo, l’Ars ha emanato una legge-voto da sottoporre all’approvazione del Parlamento nazionale, anticipando così le intenzioni del Recovery Plan e ponendo le basi per investimenti imprenditoriali che possano portare un ritorno economico-finanziario a 133 Comuni montani siciliani”. Quali saranno questi 133 comuni siciliani che diventeranno “zone franche montane” ce lo dirà il presidente della Regione siciliana entro sei mesi dall’approvazione della proposta di legge. Lo prevede l’art. 1 della proposta di legge. Quello che sappiamo sono i criteri ai quali si atterranno il presidente e l’assessore alle attività produttive della Regione siciliana per individuare le aree svantaggiate di questi 133 comuni da considerare “zone franche montane”. Saranno “zone franche montane” quelle aree ricadenti nei territori dei comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti e nei quali il 50 per cento della superficie totale è posto ad altitudine di almeno 500 metri sul livello del mare (mslm). Le imprese che ne beneficeranno dovranno avere la sede delle loro attività in un sito collocato sopra i 500 mslm. In quali aree dei 20 comuni dell’ennese dovranno insediarsi le imprese per beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per le zone franche montante? Al momento si possono fare solo congetture con gradi diversi conferma. Quello che sappiamo è che due comuni hanno ciascuno una popolazione residente superiore ai 15 mila abitanti: Enna 26368 e Piazza Armerina 21043. Gli altri 18 comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti sono così classificati per grado di montanità secondo criteri geomorfologici (80 per cento del territorio al di sopra di 600 mslm) e reddituali: Agira non montano, Aidone parzialmente montano, Assoro parzialmente montano, Barrafranca parzialmente montano, Calascibetta totalmente montano, Catenanuova non montano, Centuripe non montano, Cerami totalmente montano, Gagliano Castelferrato totalmente montano, Leonforte parzialmente montano, Nicosia totalmente montano, Nissoria totalmente montano, Pietraperzia non montano, Regalbuto non montano, Sperlinga totalmente montano, Troina totalmente montano, Valguarnera Caropepe non montano e Villarosa parzialmente montano. Da qui si capisce perché nell’elenco delle aree potenzialmente “zone franche montane” dei 20 comuni dell’ennese, che si trova nel dossier presentato al parlamento nazionale, sono indicati quelle degli 8 comuni totalmente montani, suscitando le preoccupazioni degli altri 10 comuni. Ma non c’è ancora nulla definitivo. La legge proposta di legge deve essere ancora approvata e, una volta approvata, sarà il presidente della Regione Siciliana ad individuarle su proposta dell’assessore alle attività produttive le zone franche montane. Ma già si può prevedere chi ha più probabilità di diventare “zona franca montana”.

Silvano Privitera