Piazza Armerina. Il sindaco in fiducia potrebbe essere sfiduciato

Ormai da qualche giorno, e forse anche più, la politica della città dei mosaici e le chiacchere di popolo hanno come ordine del giorno la mozione di sfiducia al primo cittadino. La mozione di sfiducia, dice la normativa “deve essere motivata e  sottoscritta da almeno due quinti dei consiglieri assegnati, senza computare  a  tal  fine il sindaco e il presidente della provincia, e viene  messa  in  discussione  non  prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione. Se la mozione viene approvata, si  procede  allo  scioglimento  del  consiglio  e  alla nomina di un commissario ai sensi dell’articolo 141”.

Ora vi immaginate che turbamento per quanti hanno posizionato a “posteriori”? Terribile, quasi traumatico. La mozione “deve essere messa in discussione non prima di dieci giorni e non oltre trenta giorni dalla sua presentazione”, con il chiaro intento di cristallizzare il suo svolgimento entro un arco temporale limitato. Una lettura coerente del dettato normativo implica che la presentazione e, quindi, la sottoscrizione da parte del prescritto quorum di consiglieri debba avvenire, se non contestualmente, in un arco temporale ragionevolmente breve, utile anche al fine di consentire a ciascun sottoscrittore di poter avere una cognizione precisa dell’identità, riscrivo “dell’identità” dell’appartenenza politica degli altri firmatari, per una valutazione compiuta della propria adesione all’iniziativa in questione. Ora, l’unica certezza è che i numeri per la presentazione, cioè quattro consiglieri, ci siano, mancheranno di certo i numeri per la votazione e l’approvazione della sfiducia ed il conseguente scioglimento del consiglio. Quindi perché presentarla se già in essere non matura l’efficacia? Atto politico, un mero atto politico, è necessaria una conta ed una verifica dell’appartenenza politica all’interno del civico consesso. Ma ciò che è più importante e rilevante sarebbe, quanto tutta la cittadinanza e non solo, sia stanca del modo di amministrare da parte del primo cittadino, è venuta meno la fiducia. Interessante sapere che, in gran parte dei casi (il 63% tra 2010 e 2020) la causa dello scioglimento è un contrasto interno alla maggioranza politica, che si concretizza nelle dimissioni del sindaco, ma questo non è il caso della città dei mosaici, in quelle  in blocco della metà più uno dei consiglieri, anche questo non è il caso,  oppure nell’approvazione di una mozione di sfiducia, sarebbe ciò che si auspicano alcuni consiglieri di opposizione dell’ente piazzese, con ben il 64%. La situazione politica all’interno del Consiglio comunale della città dei mosaici non è molto chiara. Di recente, il deputato piazzese On. Lantieri ha sottoscritto l’ingresso in Forza Italia, ad oggi FI all’interno del cc è rappresentata da un consigliere comunale ed un Assessore collocati in maggioranza che però risponderebbero ad altro deputato forzese, On. Falcone, il quale, notizia recente, nulla avrebbe a che vedere con la corrente del Presidente all’ARS, On. Miccichè . Da voci di popolo però, si è venuto a conoscenza che l’On. Lantieri conterebbe di alcuni consiglieri comunali, addirittura sette, chi siano o se ci siano non è dato a sapersi. Ma se questi ad oggi sono collocati all’opposizione, sarebbe presente all’interno del civico consesso  l’altra corrente di FI. Andiamo a FdI, ad oggi tre, coperti ed allineati ma non troppo, partito ambito anche da parte della maggioranza rappresentata, anche, da DB, la quale però avrebbe fatto una capatina nella città dell’elefantino per manifestare la propria volontà ad un possibile ingresso in casa Meloni. Resta un consigliere UDC, che è in via di trasformazione, il partito, non il consigliere; Lega, un consigliere, un  consigliere lista civica “Patto per la Città”, proponente della mozione di sfiducia, messa a   disposizione di tutte le correnti politiche di opposizione  e cinque consiglieri indipendenti. Torniamo a fare i conti, quindi: un consigliere Lega, uno UDC, uno FI (Falcone), tre FdI, uno Patto per la Città, quattro DB, e sia è a 11 se si sommano i cinque senza “corrente” si arriva al totale di 16. Ma i sette? Se la voce dei sette di FI, corrente Miccichè, fosse vera chi sarebbero i consiglieri? Dei cinque indipendenti, due sono “irrimediabili”, ne resterebbero tre, quindi se i conti sono esatti ci sarebbero quattro “franchi e ciccio” tiratori all’interno della maggioranza, oppure il prossimo Consiglio comunale si dovrà tenere a “finestre” aperte. Tornando alla mozione di sfiducia, pur consapevoli i consiglieri di opposizione che aderiranno alla presentazione nonché alla firma, di non avere i numeri per far sì che possa avere gli effetti di legge ed il risultato dei più, dei molti, dei quasi tutti i cittadini che lo spererebbero, è un atto politico  necessario, motivato e che permetterà di portare allo scoperto i “franchi e ciccio” tiratori, pur non sottovalutando l’eventuale “inciucio” politico per occhio di popolo, e delimitare lo spartiacque politico all’interno dell’amministrazione Cammarata. Da qui a qualche settimana il seguito alla presentazione della mozione. Mala tempura currunt…o meglio “tempu e malu tempu non dura tuttu u tempu”.