Mafia. Operazione “Caput Silente”: l’autodromo di Pergusa doveva essere dato come contropartita per bloccare le stragi

Enna. “Innanzi tutto, ribadiamo come Dda, il fortissimo interesse per il territorio di Enna, che è antico, perché qui nascono le idee delle stragi, qui si svolgono le riunioni dove si decidono i destini di quegli anni maledetti. Qui – ha affermato il procuratore capo Gabriele Paci – nasce, lavora, opera una parte di quella classe politica che ha svolto attività di mediazione al tempo delle stragi (n.d.r.: negli anno novanta), dove entra in ballo anche l’autodromo che doveva essere dato come contropartita per bloccare le stragi. Un crocevia di interessi legati ora alle famiglie catanesi, ora palermitane. La forte ingerenza della mafia calatino, con Seminara e La Rocca, alle quali è legato il territorio di Leonforte”. Il procuratore Paci nel corso della conferenza stampa svoltasi a Enna sull’operazione Caput Silenti, ha sottolineato che si è trattato di un’inchiesta “pura”, basata sulle intercettazioni che ha permesso anche di prevenire un omicidio. “Spesso le intercettazioni sono un mezzo di prevenzione. Una considerazione generale – ha aggiunto Paci – riguarda il carcere, in questi giorni in cui si discute molto di diritti collegati allo status di detenuto in relazione ad indagini di mafia. Questa indagine dimostra come sia impossibile spezzare la catena di comando, come nonostante si tratti di soggetti collegati al circuito di alta sicurezza, riescano a dettare le regole all’interno del carcere come nel caso della famiglia Fiorenza. Resta essenziale per la Dda di Caltanissetta, mantenere un controllo vivo del territorio di Enna che è centrale”.

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Mafia. Leonforte-Assoro operazione “Caput Silente” 30 arresti: scongiurato un omicidio, armi, estorsioni, danneggiamenti, traffico stupefacenti – nomi e 2 video