Il diritto di cronaca, nonostante le denunce, esiste ancora. Tribunale Catania archivia querela per il giornalista Arcangelo Santamaria, presentata dalla sindaca Draià

Valguarnera. C’è sempre un Giudice a Berlino! Il diritto di cronaca e di critica, nonostante le querele, esiste e resiste ancora. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Carla Aurora Valenti, respinge definitivamente la querela per diffamazione nei confronti del giornalista Arcangelo Santamaria, proposta dalla sindaca di Valguarnera Francesca Draià nell’agosto del 2019.

Una archiviazione che era già avvenuta in prima istanza da parte del Pubblico Ministero il 9 novembre 2019, ma la sindaca ritenendo non congrue le motivazioni addotte dal P.M. tramite il suo legale di fiducia, decise di opporsi. Il P.M. sancì allora quell’articolo oggetto di querela, era da ritenersi “rispettoso dei limiti imposti al diritto di critica e di cronaca”. La vicenda, che destò tanto clamore, anche in ambito giornalistico nazionale, è quella del 5 agosto 2019, allorquando l’Amministrazione Draià con delibera di Giunta propose di querelare il corrispondente de “La Sicilia” per aver sollevato alcuni dubbi inerenti una vicenda giudiziaria che vedeva coinvolti la Progitec s.r.l., il suo amministratore e il sindaco di San Pietro Clarenza, destinatari di un’ordinanza cautelare. Comune ove la predetta ditta gestiva il servizio di raccolta dei rifiuti congiuntamente al Comune di Valguarnera. Il giornalista nell’articolo inquisito si interrogava se la Procura potrebbe aver trovato elementi anche sulla gestione dei rifiuti a Valguarnera sottolineando, però, particolare molto importante, che al momento non c’era nulla di ufficiale. Da queste affermazioni è partita la querela per diffamazione che nel novembre 2019, come abbiamo accennato, la Procura di Catania ritenne inesistente archiviandola come “mera ricostruzione ipotetica”. La sindaca non convinta propose opposizione che il 23 aprile scorso è stata rigettata definitivamente dal Giudice per le indagini preliminari, il quale richiamando integralmente la ricostruzione dei fatti operata dal Pubblico Ministero nella richiesta di archiviazione rileva che: “le espressioni contenute negli articoli giornalistici sono scriminate dall’esercizio di cronaca e di critica; che negli articoli venivano riportate notizie vere, quali le vicende giudiziarie che avevano riguardato la ditta Progitec srl; che negli articoli censurati dalla denunciante (la sindaca) l’accostamento operato dal giornalista tra tale vicenda e il Comune di Valguarnera riguardava esclusivamente il fatto non contestato che anche tale ente territoriale aveva in passato stipulato contratti a tempo determinato con la Progitec s.r.l. Inoltre, che la ditta aveva avuto affidamento a tempo determinato che aveva superato i 18 mesi di attività anche nel Comune di Valguarnera, tanto che sull’argomento erano state avanzate richieste di chiarimenti da un gruppo di opposizione, senza che venissero aggiunti commenti lesivi della reputazione del sindaco”. E per quanto riguarda il post pubblicato su Facebook dall’indagato: “esso è da ritenersi generico e senza alcun riferimento ai fatti oggetto degli articoli giornalistici. Infine, per quel che concerne la correlazione tra i due Comuni Valguarnera e San Pietro Clarenza, ove la Progetic operava, secondo le considerazioni del magistrato: “il giornalista si è limitato ad avanzare il quesito se le indagini in corso avessero permesso di raccogliere elementi anche sulla gestione dei rifiuti nel Comune di Valguarnera, ove aveva operato la medesima società, pur dichiarando che non erano emerse notizie in tal senso, esprimendosi dunque in forma dubitativa e rimanendo nei limiti dei fatti narrati, senza trascendere mai in attacchi alla persona della denunciante e configurando il diritto di cronaca e di critica”.

Rino Caltagirone


Nota del Direttore di ViviEnna: Preg.ma Sig.ra Sindaca rileviamo che le Sue facili denunce, anche a noi, (a spese sempre dei cittadini) lasciano il tempo che trovano si lasci consigliare, qualche volta anche da noi, quando si ritiene essere diffamati perchè non invitare il giornalista a rettificare, o si è abituati a dare informazioni e conto a quei colleghi con la schiena a 90 gradi (Lei mi capisce, vero?). Cordiali saluti