Abusi sessuali. Parroco verrà sentito dal giudice ad Enna, avvocato che lo difende: “Daremo nostra versione fatti, chiederemo revoca arresti: non ci sono né gravi indizi né esigenze cautelari

Si presenterà a Enna il 3 maggio, lunedì prossimo, per rispondere alle domande del gip Luisa Maria Bruno, don Giuseppe Rugolo, il parroco di 39 anni indagato per violenze sessuali aggravate compiute nei confronti dell’un giovane al tempo minorenne, tra il luglio 2009 al maggio 2011.
Rugolo è stato messo ai agli arresti domiciliari e si trova nel seminario di Ferrara, dove è ospite da quanto è stato trasferito ufficialmente per consentirgli di studiare a Padova, approfittando della presenza di alcuni parenti in terra estense.
“Daremo la nostra versione dei fatti visto che per ora stiamo parlando solo di un’impostazione accusatoria”, dichiara con decisione l’avvocato Denis Lovison (nella foto), che difende Rugolo insieme al collega Antonino Lizio del Foro di Catania. Quest’ultimo sarà presente all’interrogatorio.
“L’ordinanza parla di abusi, per noi non ci sono stati, spiegheremo in maniera circostanziata e contestualizzeremo i fatti nel luogo e nel tempo, citando le persone che possono confermare che determinate cose non sono avvenute”, spiega ancora Lovison che annuncia anche l’imminente richiesta di riesame della misura degli arresti domiciliari: “Dal nostro punto di vista non ci sono né i gravi indizi né le esigenze cautelari”.
“Abbiamo già condannato un uomo prima ancora che sia diventato imputato mentre al momento è solo indagato”, osserva ancora il legale che non nasconde perplessità su come la notizia dell’arresto e i dettagli dell’indagine siano arrivati tempestivamente a giornali e agenzie di stampa: “I giornali avevano l’ordinanza prima di me, la notizia si era già diffusa prima che il mio cliente uscisse dalla questura, alle 12,30, con l’ordinanza in mano. Vedremo che misure prendere, è come minimo una violazione del segreto istruttorio”.

by estense