“Ignoravamo questi fatti gravi” dicono dal sodalizio fondato da don Giuseppe Rugolo. “Solo dalla stampa abbiamo appreso delle indagini e del contesto accusatorio”. Espressa “Massima fiducia nei Pm”
“Ci dispiace che a causa dell’accusa rivolta a un singolo membro, per quanto abbia avuto un ruolo essenziale nella nostra storia associativa, venga compromessa l’immagine di tanti giovani ennesi e della nostra ‘associazione 360′”.
Lo afferma la stessa associazione con una nota riguardante l’arresto per violenza sessuale di don Giuseppe Rugolo, il sacerdote di Enna fondatore dell’organizzazione.
“Fino ad oggi – si legge nella nota – non ci siamo pronunciati, scegliendo la via del silenzio, per rispetto delle indagini e delle persone coinvolte ma alla luce dei recenti risvolti che coinvolgono don Giuseppe Rugolo, ex guida ed assistente spirituale della nostra associazione, riteniamo opportuno chiarire la nostra posizione”.
“Quando Don Giuseppe si allontanò, due anni fa – viene sottolineato nella nota – decidemmo di continuare anche senza la sua presenza e allora nessuna tra le persone che apprendiamo essere al tempo informate dei fatti ci disse nulla sulla vicenda”.
“La nostra associazione – si ribadisce – è stata tenuta all’oscuro di tutto e solo dalla stampa abbiamo appreso delle indagini e del contesto accusatorio. Ribadiamo la nostra massima e piena fiducia nella Magistratura e negli investigatori, affinché venga fatta luce su una vicenda che ci addolora fortemente e facciamo nostri i loro appelli”.
Per l’Associazione 360 “le accuse, se confermate, sarebbero gravi e moralmente inaccettabili in quanto contrarie anche e soprattutto ai valori che negli anni abbiamo cercato di coltivare”.