Comitato Siciliani Pendolari chiede a classe politica regionale di vigilare su risorse Pnrr destinate a strutture ferroviarie siciliane

Il Comitato Siciliani Pendolari chiede alla classe politica regionale di vigilare sulle risorse del Pnrr destinate alle strutture ferroviarie siciliane.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) avrebbe dovuto essere pensato per ridurre il divario Nord-Sud, come era nelle intenzioni e nelle raccomandazioni dell’Ue, ma il timore che l’asse sia tutto spostato verso il Nord a danno del Sud quelli del Comitato Pendolari Siciliani (CPS) ce l’hanno. Il CPS parla di “scippo al Sud che nei fatti continua” e lo spiega. Per le infrastrutture ferroviarie nel Centro-Sud il Pnrr sono previsti appena 25 miliardi, ma – scrive il CPS nel comunicato stampa diffuso – “l’unica opera inserita, che riguarda la Sicilia, è l’avanzamento ulteriore della Palermo-Catania-Messina, che era stata inserita nel Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) nel 2013 con un costo complessivo che è passato dagli iniziali 5,1 a 10,6 miliardi”. E nel CIS ci sono, non tutti, ma ci sono già i soldi per realizzare quest’avanzamento ferroviario: 8.7 miliardi di risorse nazionali e comunitarie. Se questa infrastruttura ferroviaria è inserita adesso anche nel Pnrr, che fine faranno quegli 8,7 miliardi previsti dal CIS? E’, questa, la domanda che pone il Comitato Pendolari Siciliani alla classe politica siciliana alla quale chiede “di pretendere con forza dal Governo nazionale che le somme previste dal C.I.S. (8,7 mld) vengano reinvestite in Sicilia per evitare che al danno si aggiunga la beffa sull’ulteriore scippo perpetrato sulla pelle e sul futuro dei Siciliani”. Ma lo farà la classe politica siciliana quello che le chiede il CPS? Non è una domanda peregrina, se si pensa che il CPS “da anni sta aspettando i 10/15 mld circa per la realizzazione delle seguenti opere: velocizzazione della Palermo-Trapani, raddoppio della Patti-Castelbuono, raddoppio della Catania-Siracusa, velocizzazione della Siracusa-Ragusa-Gela, interramento della stazione di Catania e di Bicocca, raddoppio Bivio Zurria-Catania Acquicella e elettrificazione delle linee (Km.578)”. Per dirla papale papale al CSP interessa poco o niente l’alta velocità perché si accontenterebbe di quella che chiama “la normale velocità per dare ai siciliani la possibilità di poter viaggiare in condizioni normali e dignitose”.

Silvano Privitera