A “ruota libera” l’ex Sindaco di Leonforte su dissesto, riequilibrio e ospedale FBC

Da tempo stiamo seguendo le vicende leonfortesi riguardanti le indagini della GdF e le consequenziali dimissioni del vicesindaco per comprendere e meglio raccontare il territorio. Comprendere vuol dire avere consapevolezza perchè il cittadino consapevole è il cittadino libero di scegliere. Divulgare veline non è la nostra vocazione, preferiamo domandare a chi per esperienza e competenza può decifrare i segnali fumosi che dalla casa comunale si levano.

Nell’attesa di ascoltare dal primo cittadino parole di chiarezza (?), chiediamo all’ex sindaco Francesco Sinatra chiarimenti su quanto detto dal dott. Campione in merito al dissesto.

Il dott. Campione ha detto che fra i meriti a lui e all’amministrazione Barbera è ascrivibile il dissesto.

  • Può chiarire cosa significa dissesto?

Il dissesto si può definire in parole povere come il fallimento economico e finanziario del Comune. In passato con grandi sacrifici e mille difficoltà si è sempre evitato per il bene della cittadinanza, la salvaguardia dei dipendenti comunali e dell’ Ente stesso. Normalmente sarebbe assurdo che un amministratore si possa pregiare di aver dichiarato il default dell’ente che governa, così come sarebbe altrettanto assurdo che un imprenditore fosse felice del fallimento della propria azienda. L’Amministrazione comunale dopo oltre 2 anni di gestione, ha detto che la situazione debitoria al 31 agosto 2020 era insostenibile e che pertanto voleva dichiarare il dissesto. Il Nucleo di Valutazione in consiglio comunale ha affermato che non c’erano i presupposti per il dissesto, contraddicendo così  tecnicamente il sindaco Barbera, che invece politicamente ha insistito e voluto il dissesto a tutti i costi, manifestandolo la sua volontà in audizione alla Corte dei Conti. Vi è semmai il demerito di essere inadempienti verso la Corte dei Conti, per non aver fornito i dovuti chiarimenti richiesti ed evitare il tracollo del comune.

  • Qual era la situazione finanziaria del comune alla fine del suo mandato?

Il 14 giugno 2018 al passaggio delle consegne, la mia Amministrazione ha lasciato un saldo positivo di cassa di oltre 1.200.000 euro, senza nessuna anticipazione di cassa (scopertura bancaria), dopo aver appianato la situazione debitoria pregressa risalente al ventennio precedente, per circa 9 milioni di euro. Si potevano onorare con assoluta tranquillità le spese per tutti i servizi ed il pagamento delle rate semestrali dei mutui esistenti. Con grandi sacrifici si erano create le condizioni, affinché il Comune potesse finalmente intraprendere la via della crescita sociale, amministrativa, economica ed ambientale. Posso affermare che il comune era sulla buona strade per tornare in piena salute economica, tant’è vero che l’attuale amministrazione nei primi 2 anni ha effettuato l’aumento delle spese per feste, nuovi servizi, incarichi tecnici e professionali, costosi incarichi legali nonstante poteva risparmiare con l’avvocatura interna, aumenti salariali al personale, raddoppio delle indennità ai capo settore, ecc… Forse questa mancanza di parsimonia ha poi accresciuto la situazione debitoria.

E che dice del piano di riequilibrio da lei voluto?

Alla luce dei fatti pare che fosse la strada migliore in quel momento storico, un provvedimento a salvaguardia di tutti. Questa conclusione sembra sia stata dimostrata anche dal fatto che, si dice, fu fatto un esposto alla Procura contro l’adozione del P.d.R., ma a quanto pare è stato archiviato perché non c’era nulla da eccepire.

  • Può elencare le conseguenze concrete e già attuate del dissesto e le possibili e inevitabili?

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La dichiarazione del dissesto finanziario, di cui tanto si vanta l’amministrazione Barbera, ha costretto i consiglieri della sua maggioranza ad approvare la delibera n. 70 del 13/10/2020, con la quale hanno aumentato al massimo i tributi locali e di cui i cittadini ne hanno già pianto le conseguenze, con un sostanziale aumento della rata di saldo dell’IMU 2020, che hanno pagato lo scorso mese di dicembre.  Al massimo vanno e rimarranno anche per il futuro la tassa sul suolo pubblico, l’addizionale comunale IRPEF e quant’altro, per cui contrariamente a quanto avevano promesso e sbandierato in campagna elettorale, non potranno abbassarle. Si sono bloccate le stabilizzazioni dei contrattisti comunali, che si erano avviate proprio grazie alla regolarità contabile posta in essere con il Piano di Riequilibrio e che si sarebbero già dovute concludere, se l’attuale amministrazione fosse stata solerte e le avesse avviate sin dal 2018, grazie alla L.R. 8/2018, che arrivò proprio in concomitanza con la scadenza del mio mandato e l’insediamento dell’attuale amministrazione. Inoltre i creditori del comune che si sono iscritti nella massa passiva del dissesto, avranno una perdita del loro compenso di almeno il 40%, o forse più.

  • Quando Leonforte si libererà dai lacci del dissesto? E come ne uscirà?

Teoricamente in 5 anni, rinnovabili di altri 5. Ma prima bisogna approvare il bilancio riequilibrato a partire proprio dal 2020, capire se è stata rispettata la par condicio creditorum, sapere quanti accetteranno il pagamento dei crediti dall’organismo di liquidazione e quanti sceglieranno invece di andare avanti pretendendo l’itero credito ossia il 100%, che graverà totalmente sulle casse comunali. Bisognerà tener conto di tutte le restrizioni dettate dallo Stato, che penalizzeranno l’attività amministrativa ed economica della città ed altro ancora. In soldoni il peso del fallimento del comune lo pagheranno sempre i cittadini.

  • Il vice sindaco Campione ha affermato che “non c’è classe politica” cosa significa a suo parere?

Questa e un’affermazione grave ma credo purtroppo molto vicina alla realtà, perché è palese che l’attuale politica leonfortese non è in grado di farsi valere in nessun ambito e contesto, ovviamente con maggiore responsabilità per chi oggi è al governo della città. Forse dietro questa dichiarazione del dott. Campione si cela anche un po’ di stizza, perché sembrerebbe che il vice sindaco sia stato liquidato elegantemente dai membri dell’amministrazione che hanno manifestato solidarietà solo al sindaco, incitandolo ad andare avanti. Allo stesso modo ha fatto la sua parte politica, che si è limitata a ringraziarlo per l’impegno profuso negli anni addietro, accogliendo le sue dimissioni senza battere ciglio.

  • Il vice sindaco ha inoltre detto che si è dimesso dal P.S. dell’F/B/C perchè è impossibile lavorare. Questa affermazione vuol forse dire che gli utenti dell’F/B/C sono in pericolo? E se così fosse il primo cittadino non dovrebbe agire immediatamente?

Leggendo la sua dichiarazione sostanzialmente sembra voler dire di aver trascurato le deleghe assegnategli, per occuparsi dell’Ospedale e che nonostante tutto, non è riuscito renderlo efficace e sicuro per coloro i quali hanno bisogno di essere curati. In pericolo sono sia i pazienti che i sanitari che operano in condizioni sempre di peggior rischio, per cui forse il dottor Campione non ha più voluto sfidare la sorte ed ha deciso di dimettersi dall’incarico che svolgeva al Pronto Soccorso. Di certo le idee di questa amministrazione in merito all’ospedale sono state sempre abbastanza confuse, nel programma elettorale hanno scritto di volere la trasformazione dell’ospedale in PTE, ritrattando tutto dopo il loro insediamento al secondo consiglio comunale; successivamente con una nota chiedevano all’ASp di Enna il Centro COVID per poi cambiare nuovamente idea con il NO COVID; Volevano il centro per i disabili gravi e nonostante tutte le spese sostenute, ad oggi vi è un nulla di fatto. Sui disservizi e l’inefficienza della diagnostica è molto grave sia che il sindaco non sapesse o forse sapesse, perché su di lui ricade la responsabilità della sanità sul territorio comunale e la garanzia del diritto alla salute dei cittadini. A prescindere da ciò venuto a conoscenza di quanto detto dal suo vice, anziché trincerarsi dietro le lungaggini delle azioni legali, avrebbe dovuto agire tempestivamente anche con forme eclatanti di protesta e lanciare chiari segnali politici, licenziando dalla sua amministrazione l’assessore Pioppo,  che a gennaio 2019 aveva nominato alla sanità, con la funzione di interloquire meglio con i vertici dell’ASP di Enna, che il sindaco in parecchie occasioni ha ritienuto gli unici responsabili del declino ospedaliero. Mi pare invece che nulla è stato fatto. Speriamo che il futuro ci riservi tempi migliori ai leonfortesi.

 

Gabriella Grasso