Lenzuola bianche il 23 maggio 2021. 29 anni dopo ancora e soltanto retorica

Il 23 maggio 2021 Palermo ricorderà Falcone, Morvillo, Borsellino e gli agenti della loro scorta. Ai balconi si appenderanno lenzuola bianche per dire no alla mafia e si sentiranno tante parole cariche di retorica mischiate a commemorazioni di maniera. Noi vogliamo ricordare il giudice sconfitto, il magistrato che viene ripetutamente bocciato come giudice istruttore, Alto commissario antimafia, membro del Csm e procuratore antimafia. Vogliamo ricordare il Falcone isolato, quello inviso ai cittadini infastiditi dalle sirene delle scorte che chiedevano di trasferire i magistrati in periferia così da non correre il rischio di essere coinvolti in un attentato, giustamente. Giustamente perchè la mafia agiva impunemente e senza distinzione fra giudici e cittadini. La domanda ancora inevasa è lo Stato cosa faceva per proteggere i suoi uomini e i suoi cittadini? E in ultimo vogliamo ricordare Falcone con le parole di Falcone: “La mafia rassomiglia ai palermitani, ai siciliani, agli italiani. I mafiosi non sono dei marziani”. L’ideologia della mafia “non è altro che la sublimazione e distorsione di valori che in sé non sono censurabili ma propri di larghi strati del Mezzogiorno d’Italia”. La mafia “non è estranea al tessuto sociale che la esprime”, non è un cancro “proliferato per caso su un tessuto sano. Vive in perfetta simbiosi con la miriade di protettori, complici, informatori, debitori di ogni tipo, grandi e piccoli maestri cantori, gente intimidita o ricattata che appartiene a tutti gli strati della società. Questo è il terreno di coltura di Cosa Nostra con tutto quello che comporta di implicazioni dirette o indirette, consapevoli o no, volontarie o obbligate, che spesso godono del consenso della popolazione”.

Gabriella Grasso