Barrafranca. Sulla gestione del servizio idrico qualcuno bleffa

Barrafranca. Sulla gestione del servizio idrico qualcuno bleffa

di Massimo Greco

Ne abbiamo parlato nell’agosto 2016 e siamo costretti, nostro malgrado, a rifarlo, dopo avere appreso che l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambienti nel corso della relazione annuale depositata lo scorso dicembre 2020 ha evidenziato che, relativamente all’ambito territoriale ottimale per la gestione del servizio idrico in provincia di Enna “si registra la presenza di un soggetto (Comune di Barrafranca) che gestisce il servizio in assenza di un titolo giuridico conforme alla disciplina pro tempore vigente”. Non ci è dato sapere cosa abbia fatto l’Autority nazionale, ma ci piacerebbe sapere cosa farà il nuovo Presidente dell’ATI nella persona del Sindaco di Piazza Armerina Cammarata a seguito di siffatta sottolineatura. In sostanza, ancora oggi, dopo ben 14 anni dalla costituzione obbligatoria dell’ATO 5, si registra una gestione autonoma del servizio idrico in violazione della disciplina statale diretta al superamento della frammentazione verticale della gestione delle risorse idriche. Peraltro, la partecipazione obbligatoria dei Comuni nel consorzio d’ambito (oggi ATI) ha una particolare efficacia precettiva tanto che il mancato trasferimento delle infrastrutture al gestore d’ambito equivale, di fatto, alla mancata adesione all’Autorità d’Ambito e, pertanto, è possibile, da parte dell’Amministrazione regionale, esercitare i previsti poteri sostitutivi. Anche su questo aspetto ci piacerebbe sapere cosa abbia fatto in questi anni la Regione. In tale contesto, a nulla potrebbe rilevare l’eventuale distinzione tra cessione delle infrastrutture idriche e gestione del servizio, stante la funzionalizzazione della prima alla concreta operatività della seconda che costituisce la finalità che il legislatore ha inteso perseguire.

Che dire, George Orwell lo disse tanto tempo fa, “tutti gli animali sono uguali, ma qualche animale è più uguale degli altri”.