Sicilia: terra di miseria e povertà. E, la provincia di Enna fa acqua!

La Sicilia contrariamente al resto del Paese continua a registrare nuovi contagiati da Covid-19 e un basso numero di vaccinati, un Pil in picchiata e un crescente tasso di disoccupazione giovanile e femminile. A fronte di questo panorama economico e sociale apprendiamo, da una comunicazione della prima cittadina di Agira, che in occasione dell’assemblea territoriale idrica di Enna (la provincia economicamente più depressa della Regione) il 70 % dei sindaci ha votato a favore degli investimenti di AcquaEnna per oltre 50milioni di euro a scapito di una significativa riduzione delle bollette. Il Segretario provinciale del PD, Vittorio Di Gangi, ha invece salutato questa iniziativa con entusiasmo: “una riduzione seppur minima” scrive il Segretario in cambio di un investimento atto a migliorare l’intera rete idrica e fognaria. A breve grazie anche ai finanziamenti europei che inonderanno l’Italia si potrà arrivare a una riduzione del 10% della spesa a carico dei cittadini”. A breve intanto da un lato si alleggerisce la bolletta di pochi euro e dall’altro si rincara per gli artigiani, i commercianti, gli autonomi e le attività produttive per non scontentare l’Ente in questione, che in alcune provincie recupera i soldi delle partite pregressa dalla Regione mentre nell’ennese si rivolge al singolo utente. Il sindaco di Leonforte rientra nel 70% di cui sopra e all’acqua aggiunge anche l’immondizia. Da un post denuncia del dott. Calì, scopriamo che tra le ultime variazioni di bilancio deliberate dalla Giunta e trasmesse al Consiglio per la ratifica compare anche un ulteriore aumento della spesa corrente relativa al servizio di smaltimento dei rifiuti, pari a 88.000 euro. Cosa ne è stato dei 53.377 euro di premialità regionale ottenuti per aver superato il 65% di raccolta differenziata? “Perché i proventi delle frazioni differenziate, pari a almeno 60.000 €/annui, sono stati riconosciuti alla ditta che effettua il servizio e non ai cittadini che differenziano i rifiuti, dato che i materiali conferiti alle piattaforme sono di proprietà comunale?” Domanda il dott. Calì. La Sicilia è destinata a restare terra di sussidi e elemosine? E i piccoli paesi, come Leonforte, a cosa sono destinati? All’estinzione?

Gabriella Grasso