Cerami si dota di un logo turistico

Il Comune di Cerami si dota di un logo turistico. Un’iniziativa semplice ma che permette di riunire sotto un’unica bandiera un immenso patrimonio turistico presente nel territorio. E questa bandiera non viene “calata dall’alto” ma è stata creata da chi ha voluto mettere mano e dare un contributo fattivo per il proprio paese. È stato, infatti, indetto un concorso che ha ricevuto diverse partecipazioni per creare questo logo. Una giuria qualificata, composta dal Maestro Cesase Di Narda, e dal sig. Elio Ferraloro, ha valutato i lavori pervenuti in base a degli indicatori miranti ad analizzare l’originalità, la semplicità e la riconoscibilità e identità locale.

Dall’unione di questi indicatori e dal giudizio insindacabile della giuria è venuto fuori l’opera vincitrice che appartiene al lavoro sinergico di Michele Chiovetta e di Salvatore Giordano, due giovani talenti ceramesi amanti dell’arte e del bello.
Subito all’occhio si mostra lo skyline del paese, con veduta della Rocca del leone, monumento naturale e maggiormente identificativo, e con al seguito tutto il centro storico che dal campanile della Chiesa Madre giunge sino alla parte bassa del paese. La veduta è quella che il visitatore può cogliere venendo dalla SS 120, giungendo da Troina. Sotto le pendici della Rocca del Leone vi è una stella cometa con dei raggi che rassomigliano ad un fiore e la cui coda si muove nella stessa direzione dello svolgersi del centro storico. Questa simbologia ha un doppio significato. Innanzi tutto siamo davanti al simbolo della famiglia nobile che ha scritto con le sue azioni la storia di Cerami, vale a dire i Principi Rosso e poi la rassomiglianza ad un fiore, ispirato per altro alla rappresentazione di tale stemma nella chiesa dell’Abbazia e del Carmine, vuole indicare la vocazione naturalistica del paese, trovandosi esso nel Parco Regionale dei Nebrodi. I colori utilizzati per questa parte di logo sono solamente 2: il blu e l’oro. Anch’essi sono colori che vogliono indicare precisi elementi. Il blu si riferisce alle bellezze naturalistiche (il cielo, l’acqua…), mentre l’oro indica le bellezze artistiche (si pensi ad alcune opere nel paese che sono tutte dorate). Il motto usato è “Cerami, gemma tra i monti”, essendo che una gemma splende come una stella, ma anche viceversa, ho voluto usare questa frase che in maniera idilliaca descrive il nostro paese, frase utilizzata in passato da uno dei primi personaggi, il prof. Nuccio Sciacchitano, che nell’epoca contemporanea si è occupato della storia di Cerami. Caratterizzanti sono i quattro simboli: Un decoro ligneo intagliato di colore giallo che trae spunto dai fercoli processionali del paese, opere di monumentale bellezza artistica. Questo simbolo indica pure in generale l’architettura presente a Cerami, fatta di motivi geometrici e fitomorfi che si trovano nelle facciate delle chiese o nei decori di altre sculture. Il colore giallo è anche riferimento al grano e al sole che donano il dolce tipico della tradizione culinaria “U Cavatieddu Atturratu”. “U giummu” (il fiocco), stilizzato di colore rosso, tipico elemento che si trova nei tradizionali “lazzuna”, i cordoni che si agganciano ai fercoli durante le processioni per mantenere l’equilibrio dei pregiati apparati processionali. Esso è riferimento alle tradizioni religiose e folkloristiche del paese che, oltre a costituirne il carattere identitario, sono anche l’anima vitale della comunità. Il colore Rosso richiama anche il colore associato al Santo Protettore del paese San Sebastiano. L’alloro, pianta spontanea diffusissima nel territorio. Indica la natura, la vegetazione, la flora ed anche la fauna dei Nebrodi. Inoltre, l’alloro è usato tradizionalmente in molte manifestazioni folkloristiche e religiose, oltre che per le sue proprietà salutari e ciò rende evidente l’ascendenza del passato greco. Il verde è anche, però, il colore associato a San Michele Arcangelo di cui l’Arciconfraternita conta di essere la più antica tra le quattro presenti del paese e ciò si lega pure al periodo Normanno del paese, proprio perché pare che fu lo stesso Granconte Ruggiero a riunire un primo nucleo di nobili per avviare questa prima pia associazione a ricordo della famosa battaglia di Cerami contro i saraceni nel 1063. L’acqua di colore azzurro che da subito fa riferimento alla Madonna della Lavina, una sacra icona ritrovata miracolosamente tra le acque del “Lavinaru”. Il simbolo indica le molteplici sorgenti d’acqua, i fiumi, le gole, i mulini ad acqua e la stessa diga, tutti elementi presenti nel territorio ceramese. Anche questo colore fa riferimento a due devozioni sacre di Cerami, a Sant’Antonio e alla Madonna del Carmelo titolari di altre due confraternite i cui colori distintivi variano tra le cromie dell’azzurro e del celeste.
Vivo apprezzamento da parte dell’Amministrazione Chiovetta che ha fortemente voluto questa iniziativa per fare sempre più sentire coinvolti i propri cittadini. Un Comune prospera se l’Amministrazione si fa serva nella politica e sa cementare un rapporto con i cittadini rappresentati. Un rapporto che si cementifica anche attraverso le piccole cose. Ma sono le piccole cose a fare la differenza, e a Cerami lo si vede in continuazione: questo logo ne è l’ennesima conferma.
“Stiamo facendo un lavoro importante che ci permetterà di essere pronti ad affrontare le sfide del futuro – afferma l’assessore alla cultura, Michele Schillaci – avere un logo turistico capace di promuovere un circuito virtuoso di conoscenza dei luoghi e delle bellezze del paese è uno degli step per creare un paese sempre più interessante e capace di accogliere gente da lontano e da vicino. Inoltre il logo potrà essere utilizzato nel materiale culturale e turistico degli eventi e delle attività ceramesi”.

Alain Calò