Calascibetta. Ultimo saluto a Marco Bruno, trovato morto in campagna, mancava il fratello in carcere indiziato dell’omicidio

Calascibetta. Celebrati ieri pomeriggio, nella chiesa del Carmelo, i funerali di Marco Bruno, 47 anni, trovato senza vita, lo scorso 28 giugno, nella sua azienda di campagna, in territorio di Calascibetta, dove, insieme al fratello e al padre, gestiva un allevamento di oltre cento bovini di razza. Solamente centocinquanta le persone, causa restrizioni covid, ammesse al rito funebre ufficiato da don Maurizio Nicastro, il quale, senza mai scendere nei dettagli della vicenda che ha portato alla morte di Marco, durante l’omelia ha detto: “La speranza cristiana e il perdono sono la via maestra dove potere incontrare Dio e continuare a camminare sul sentiero della vita”. Presenti in chiesa la giovane moglie, nativa di Enna, impiegata in un centro socio-assistenziale, dalla quale Marco aveva avuto due figli, una bambina di appena un anno e un maschietto di quasi 5 anni, gli anziani genitori di lui, parenti e amici delle rispettive famiglie, quelli della moglie arrivati dalla vicina Enna dove Marco, insieme alla famiglia, abitava. In tanti, anche fuori dalla chiesa, hanno atteso l’uscita della feretro. Mancava ai funerali il fratello della vittima, in carcere a seguito della recente ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Francesco Paolo Pitarresi. Sul fratello di Marco ci sarebbero degli indizi, ma l’accusato, difeso dall’avvocato Giuseppe Lo Vetri, continua a respingere ogni accusa, dicendo di avere cercato di soccorrere il fratello che si trovava disteso a terra e con la ferita alla testa, ma nel suo racconto sarebbero emerse, secondo gli inquirenti, diverse incongruenze. A sostenere la teoria dell’omicidio la Procura di Enna, la quale si è avvalsa delle prime indagini investigative condotte dai carabinieri della compagnia di Enna, intervenuti sul posto, e degli esami compiuti dal medico legale, dai quali si evincerebbe che a causare la ferita alla testa sarebbe stato un colpo, possibilmente con un oggetto di ferro, sferrato dall’esterno con violenza. Maggiori chiarimenti sulla dinamica del decesso, dal movente ancora ignoto, potrebbero giungere dall’autopsia che si è svolta venerdì scorso. La morte di Marco Bruno, sulla quale continuano a lavorare gli uomini dell’Arma di Enna, ha scosso la piccola comunità xibetana. E l’ipotesi che il fratello l’avrebbe potuta causare, per i compaesani, sarebbe qualcosa di sconvolgente. “Una vita vissuta insieme, tra lavoro e divertimento, si erano un pò separati negli ultimi anni, dopo che Marco si era sposato. Inspiegabile questa tragedia”, è il commento quasi unanime di tanti xibetani. Un tristissimo epilogo che vede tre famiglie distrutte dal dolore. Vede un giovane che lascia la giovane moglie e due figli in tenera età, mentre il fratello della vittima è in carcere in attesa di ulteriori indagini. E poi due anziani genitori, i quali hanno già perso un figlio, mentre l’altro potrebbe rischiare di restare in carcere a lungo se fosse accertata la sua colpevolezza. Un vero dramma.