Palio Piazza Armerina. I cavalieri senza… testa

La città dei mosaici si appresta ad organizzare il Palio dei Normanni, la Giostra del Saraceno, che vedrà come ogni anno, ormai da sessantasei anni, impegnati i Cavalieri Giostranti ed i loro cavalli nell’esibizione dei giorni 13 e 14 Agosto.

I Cavalieri sono i principali protagonisti della Giostra del Saraceno e perciò, hanno a cuore non solo l’intera manifestazione ma, ed in primis, la loro sicurezza durante lo svolgimento delle prove. Ragion per cui, ed in virtù di spiacevoli incidenti accaduti ad alcuni partecipanti, gravi incidenti, che hanno leso gravemente la salute dei Cavalieri coinvolti è stato inoltrato al sindaco di Piazza Armerina, un documento nel lontano maggio 2019, con il quale si chiedeva un incontro per discutere le modalità della messa in sicurezza del percorso tanto per i cavalieri quanto per gli stessi cavalli; la possibilità della revisione/modifica degli articoli del Regolamento, relativi alla applicazione delle penalità cavallo/cavaliere; e per ultimo, ma non per importanza, la verifica e revisione del Saraceno in ferro, al fine di “annullare o comunque rendere il ritorno dell’impatto della lancia in resta del cavaliere con lo scudo del Saraceno, meno violento e pesante possibile”, causa appunto dei gravi fatti. Purtroppo, trascorsi due anni, ancora nulla di fatto, nessun incontro sembrerebbe si sia svolto in tal senso. Ma vogliamo parlare del corteo? Anche quest’anno, nessun corteo seguirà i cavalieri a causa delle restrizioni anti covid-19. Peraltro, se ci fosse stata la possibilità di organizzare il corteo con dame e cavalieri a piedi, tutta la cittadinanza si sarebbe accorto che non solo il Re è nudo, ma sarebbero stati nudi anche dame e accompagnatori. Si direbbe in giro infatti che, i tanto pubblicizzati vestiti del Palio, acquistati da un noto comitato cittadino, con soci di eccellenza, e che avrebbe successivamente dovuto affittare al comune per mezzo convenzione, “non sarebbero stati pagati” e di conseguenza “l’ottantapercento” dei costumi sarebbe stato ritirato dall’azienda venditrice. Solo una parte, una piccola parte, essendo stata pagata con una determina di Euro 21.000, quindi a carico del comune e non del comitato, sarebbe a disposizione dell’amministrazione. Sempre dal cinguettio di questi volatili messaggeri, sembrerebbe anche che mancherebbero all’appello la bellezza di circa 53.000 euro per riavere i costumi indietro. Quindi in molti si chiedono: come mai ancora i Cavalieri Giostranti non hanno avuto seguito alla loro richiesta di sicurezza in campo dopo ben due anni? Come mai l’amministrazione non ha mai risposto all’interrogazione sugli introiti del palio degli scorsi anni? Come mai i costumi non sarebbero stati pagati dall’associazione così come da convenzione con l’ente e pubblicizzato oltre oceano la scelta dettata dal risparmio economico? Perché si sarebbero pagati 21.000 euro di “attrezzerie”, se le stesse precedentemente acquistate con altro impegno spesa? Quali sarebbero le reali somme spese per il palio in questi ultimi due anni? Dove, i contratti di ipotetici sponsor? Perché i musici ancora oggi reclamerebbero il pagamento della loro partecipazione?
A tutto ciò, si aggiungerebbe l’emarginazione degli stessi giostranti da parte degli organizzatori, informati solo per vie brevi ed in prossimità dell’inizio della manifestazione. Altra criticità rilevata, le modifiche che subirebbe il regolamento del Palio, modifiche dettate dall’improvvisazione, dai diversi organizzatori di turno, dimostrando, talvolta, di sconoscere o conoscere poco, le regole del mondo dell’equitazione che ne determina, oltre ad anni di esperienza, una conoscenza ed una precisa valutazione dei rischi legati anche alla salute ed al benessere degli animali oltre che alla sicurezza dello stesso cavaliere.
Cosa aggiungere di più… ahh sì, le sculture di Mitoraj, ad oggi costate ben 65.000, volute fortemente dall’amministrazione, ad oggi a carico del bilancio comunale, un bilancio che non c’è e che guarda caso sono state sistemate in location in cui qualcuno ne potrebbe trarre beneficio economico, Villa Romana del Casale, Chiesa di Sant’Anna e Piazza Duomo… perché non metterle allora in giro per la città a disposizione di quei pochi o molti turisti che avrebbero potuto far godere anche qualche piccola realtà commerciale? Ma noooo, un piccolo monopolio di stato. Ah dimenticavo, potrete a breve godere del “cinema all’aperto”, Atrio Biblioteca… Ma in che modo e con quali clausole sarebbe stata affidata la location?…
Anna Zagara