
Quest’ estate a Leonforte sta scorrendo fra matrimoni rinviati, vaccinazioni al Ferro/Branciforti/Capra, presidiato dal sindaco, letture e momenti di teatro. Quel che resta dell’ospedale è motivo di continua amarezza: i soldi per la sanità territoriale e il suo potenziamento piovono ovunque tranne che al F/B/C. Ultimamente al pronto Soccorso dell’Umberto I di Enna è stata consegnata un’unità mobile di rianimazione medicalizzata e sono partiti i lavori per la riqualificazione del Poliambulatorio di Regalbuto, che si protrarranno fino al 31 agosto. Per la direzione dell’Asp “è un ulteriore segno tangibile dell’attenzione al miglioramento della rete ospedaliera”. In attesa della resa sanitaria, i leonfortesi leggono. Tanti libri sono stati già presentati: “I segreti del giovedì sera” di Elvira Seminara, “I frati scalzi del Terzo Ordine regolare di S. Francesco a Leonforte 1619-1866” di Salvatore Ciurca, “Cassiopea” di Clelia Zarbà, per dirne solo alcuni, e discutono. L’Università popolare ha trattato Vittorini, Dostoesvkij e Dante e chiacchiererà di Camilleri il 2 agosto, senza cattedre e senza pulpiti. Seduti in cerchio si parlerà di Montalbano e non solo, per il piacere della parola e della lettura. Leggere è un gesto di Resistenza specie in tempi di consumismo frenetico e di forzato divertimento; specie in tempi di abusivismo linguistico. Libertà urlano i nostalgici del lager contro la dittatura sanitaria, che pretende di vaccinare per tutelare e evitare un nuovo lockdown. Dittatura sanitaria è quella che disegna la mappa degli ospedali accentrando risorse e soldi nei presidi soliti e escludendo le periferie nonostante la pandemia abbia dimostrato la necessità della medicina di prossimità però questo è un pensiero elementare, che gli illuminati No Vax riservano al gregge geneticamente modificato. Ci sono storie che ti indicano la strada, che ti coccolano, che ti guariscono o che, arrivati all’ultima pagina, ti danno una prospettiva diversa sulle cose. Ci sono storie che ti insegnano a sognare nonostante le cadute, e quelle che sono una farmacia di belle parole. Un libro può “curare”, letteralmente, da ogni male come solo la letteratura sa fare e in mancanza di farmaci e unitamente all’”ucchiatura” e alle “sfilature” anche questo può servire.
Gabriella Grasso