
Ieri sera il sindaco Barbera ha chiarito, ai paesani, la querelle sul Ferro/Branciforti/Capra e i vertici dell’Asp di Enna. In un discorso accalorato l’avv. Barbera ha ripercorso la vicenda dell’ospedale accusando chi ha anteposto l’interesse personale alla collettività e annunciando battaglia al dott. Iudica, affetto da “delirio di onnipotenza”. In diversi momenti il sindaco ha dialogato con “il Gatto e la Volpe” ossia con Iudica e Cassarà ed ha anche risposto alla domanda di un nostro precedente articolo (nota del direttore: poverino, come mai non ha subito dopo la pubblicazione utilizzato il suo giornalista “zerbino”!) . Sui toni e le minacce ( è stato ricordato padre Pernicone e il suo invito a prendere i fucili) sorvoleremo comprendendo il dispiacere per una sconfitta sociale e politica; alle domande sulla mancata applicazione di un’ordinanza regionale nessuno ha ancora dato risposta: né gli organi preposti né quell’uomo per bene di Musumeci né il delfino col vezzo della “spalmatura” . Sull’assenza degli altri sindaci, interessati alle sorti del F/B/C, taceremo, ma un chiarimento è d’obbligo. Nell’articolo di cui sopra si diceva che il nosocomio leonfortese avrebbe potuto trarre benefici dalla conversione in Covid Center, ma il sindaco ha, ieri ribadito, che quell’ipotesi era peregrina perchè avrebbe comportato solamente l’accelerazione della chiusura. No sindaco non è così, le due strutture avrebbero potuto integrarsi e del resto per qualche tempo è stato aperto al F/B/C un Covid Center di secondo livello, a bassa intensità di cura, lasciando il Pronto Soccorso e i reparti annessi. All’Umberto I del resto il Centro Covid ha coabitato, nei termini di sicurezza previsti, con l’ordinario e i reparti dislocati al Chiello di Piazza Armerina sono stati riportati indietro passata la prima ondata inoltre non risultano ospedali nel resto d’Italia e della Sicilia che ospitando un Centro Covid abbiano dovuto rinunciare al P. S. o al già esistente, non è stato così per il Garibaldi di Catania , per il Civico di Palermo o per Siracusa. Il Basilotta di Nicosia ad esempio ha tratto grande giovamento dal potenziamento dell’intensiva e della sub intensiva. In un clima di diffidenza però ogni offerta è sospetta, ma questo è il punto: come può un sindaco opporsi alle strategie sanitario/politiche accentratrici e disinteressate ai piccoli nosocomi? Serve dire che Leonforte non voterà per i candidati alle regionali? Serve dire che a breve verranno occupati anche i locali dell’Asp di Enna? No, non serve. L’ospedale chiuderà entro Natale o dopo? E’ la domanda. Perderemo l’ospedale e perderemo un’occasione di crescita economica e di miglioramento sociale e la colpa è di tutti e dunque di nessuno.
Gabriella Grasso