Leonforte. Dal 7 di agosto, primo giorno di novena, il sagrato della Chiesa Madre è illuminato a festa. A Leonforte, il 16 agosto, si festeggia la Madonna del Carmelo, “A Matri o Carminu”, “Principale Primaria Patrona di Leonforte”. Dal 1624 nella chiesa della Madonna del Carmelo è conservata la pietra che salvò il paese dalla peste e fino al ‘700 la festa della Beata Vergine del monte Carmelo venne celebrata il mercoledì dopo Pasqua. Nel 1772 il vescovo di Catania, mons. Salvatore Ventimiglia, spostò la festa al 16 luglio come da calendario liturgico e solo nel 1791 fu fissata al 16 di Agosto per volontà di mons. Corrado Moncada, per assecondare le esigenze della comunità locale, impegnata a luglio nella mietitura del grano. “U Menzaustu” a Leonforte è il 16 di Agosto. In passato, prima del dissesto e prima del Covid, il paese veniva illuminato dagli archi della Madonna: da punta a punta il corso Umberto I veniva adornato con le luminarie che si accendevano il 13 e si spegnevano il 17 di agosto. La banda sfilava per giorni e la mattina del 16 agosto 100 colpi a salve svegliavano tutto l’ennese. Ai tavoli dei bar sedevano leonfortesi e forestieri, incantati dalla sacralità folclorica della processione e anche i vacanzieri rientravano dalla villeggiatura per segnarsi al passaggio del fercolo.
Da due anni però ogni festa tace e tacciono anche le polemiche sugli archi della Madonna, che valsero aspre critiche alla precedente amministrazione Sinatra, costretta a inizio mandato a rinunciarvi per spending review. L’attuale amministrazione, per differenziarsi dall’amministrazione appena passata, esordì con un arco a uso Las Vegas e poi più nulla. Quest’anno il sagrato della chiesa madre ricorda quello che il paese era, un tempo: un tripudio di colori e tanto basta. Deve bastare perchè in tempi di pandemia in processione possono sfilare solo i calciatori e i tifosi immuni da misure anti Covid seppur portatori di varianti variabili. Passerà questo tempo? Ricominceremo a litigare per gli archi della Madonna e le bombe del 16 agosto? O ci adegueremo e lasceremo che il paese lentamente muoia.
Gabriella Grasso