EuroBirdwatch al Lago di Pergusa

Enna. Al Lago di Pergusa, domenica molte persone presenti per seguire da vicino gli uccelli presenti, in occasione della giornata “Eurobirdwatch 2021”. Si tratta di un evento dedicato al birdwatching – dichiara la biologa Rosa Termine – che coinvolge ogni anno, nella prima decade di ottobre, numerosi Paesi Europei. Quest’anno sono stati 41, con lo scopo di invogliare persone di tutte le età ad osservare lo spettacolo della migrazione, emozionarsi e divertirsi, imparando a riconoscere gli uccelli e comprendere l’importanza della loro protezione. Tale iniziativa è organizzata da BirdLife International, la più grande partnership mondiale sulla conservazione della natura a cui aderiscono 120 paesi di tutto il mondo”. L’obiettivo principale è quello di sensibilizzare la gente sulla necessità di salvare gli uccelli migratori, i loro areali di riproduzione, le aree di sosta lungo le rotte migratorie ed i luoghi di svernamento.
In Italia la Lega Italiana Protezione Uccelli partecipa attivamente all’Eurobirdwatch ed è per questo che al Lago di Pergusa, il cui ente gestore è l’ex Provincia, erano presenti diversi soci della Lipu di Caltanissetta, coordinata da Aldo Sarto. Ad accogliere presso l’Area Naturale Protetta pergusina i partecipanti Rosa Termine, biologa dell’Università “Kore” di Enna. Sono stati oltre 2000 gli esemplari contati, appartenenti a 22 specie diverse: da rapaci come la poiana, il falco di palude, il gheppio ed il lodolaio, a rallidi come la folaga ed il pollo sultano, ad anatre come il mestolone, il germano reale, l’alzavola, il moriglione, a svassi come il tuffetto e lo svasso piccolo, oltre ai vari passeriformi e a tante altre specie. Alcuni di questi uccelli sono stanziali, altri sono arrivati per svernare e diversi sono di passaggio diretti verso l’Africa. I dati raccolti a Pergusa, assieme a quelli raccolti in altre aree italiane, saranno trasmessi dalla Lipu nazionale a BirdLife International e serviranno a costruire una grande “fotografia” europea della migrazione degli uccelli selvatici, nel momento più significativo del loro ritorno verso le aree di svernamento invernale.
“Il birdwatching, osservazione degli uccelli nel loro habitat naturale, oltre ad essere un ottimo strumento scientifico per studiare le specie ornitiche presenti in un territorio, è un’attività entusiasmante e appassionante che si rivela rilassante e salutare sotto molteplici punti di vista. Infatti praticarla consente di liberarsi dalle tensioni della vita quotidiana immergendosi in un ambiente naturale. È anche un’efficace attività educativa e ha una valenza culturale non indifferente, aiuta a recuperare il rapporto con la natura e ci avvicina al territorio in modo più profondo ed emozionale. Infine – conclude la biologa Termine – contribuisce alla tutela degli uccelli, perseguendo così l’obiettivo 15 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile il cui traguardo è fermare la perdita di biodiversità”.