Non è solo questione di green pass, c’è dell’altro che alimenta la tensione

Di primo acchito, nel vedere le immagini dell’assalto alla sede nazionale della Cgil da parte di manifestanti no vax contro il green pass, viene da chiedersi: “che c’entra il sindacato”? “Il sindacato non c’’entra”, è la risposta. Ma allora perché proprio la Cgil? A vedere chi stava alla guida dell’assalto e a sentire le grida degli assalitori che volevano prendersi Roma e andare a prendere Landini, si coglie subito il significato politico del grave episodio. A guidare l’assalto erano quelli di Forza Nuova, una formazione neofascista. La stessa cosa facevano i fascisti esattamente cent’anni fa quando bruciavano le sedi dei partiti democratici, delle camere del lavoro, delle leghe dei contadini. Non è vero che il fascismo è morto nel 1945. Movimenti neofascisti ci sono ancora, anche se la Costituzione Repubblicana del 1948 vieta la riorganizzazione del partito fascista sotto qualsiasi forma. A distanza di 76 anni dalla fine della guerra, non c’è ancora un giudizio condiviso di condanna del fascismo e di tutto quello che il fascismo ha comportato (soppressione della democrazia, leggi razziali, guerra). Negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso questi movimenti neofascisti, che avevano altri nomi come Avanguardia Nazionale, Fronte Nazionale e Ordine Nuovo, fornivano la manovalanza agli ideatori e organizzatori delle stragi come quelle sui treni, piazza Fontana a Milano, piazza Della Logga a Brescia, stazione di Bologna. Ancora oggi ci sono pure partiti di destra che occhieggiano ai questi movimenti neofascisti, come Forza Nuova e Casa Pound, per aver averne il consenso elettorale. Non è da prendere sottogamba la loro presenza, e quello che è successo a Roma e Milano, in una situazione nella quale crescono le tensioni sociali e la disaffezione nei confronti della politica, come dimostra il fatto che nelle recenti elezioni amministrative è andata a votare meno della metà degli elettori. Il green pass sta diventando il catalizzatore che rischia di far precipitare la situazione. Alcuni episodi lo fanno temere. Il Coordinamento lavoratori portuali Trieste (Clpt), il sindacato di base che rappresenta un terzo dei 950 lavoratori portuali, ha annunciato il blocco ad oltranza del porto, uno dei più importanti porti d’Italia. “Io sono vaccinato, vaccinato per scelta: ma non lascerò mai un mio fratello fuori da porto senza green pass e dunque senza stipendio” ha detto Stefano Puzzer, il portavoce simbolo del Clpt. Proteste simili sono annunciate per domani davanti ai porti di Livorno, Ravenna, Ancona, Salerno, Civitavecchia, La Spezia, Savona, Bari, Catania, Olbia, Palermo, Catania, Messina e Trapani. A Milano, sotto la sede della Cgil, hanno sfilato Cobas, Usb, neocomunisti e centri sociali che non hanno portato solidarietà, ma hanno gridato “i fascisti siete voi” ai militanti della Cgil disposti in cordone a difesa della loro sede da eventuali assalti. E’ in circolo nel paese Italia un profondo ed impressionante rancore per come vanno le cose, che basta un piccolo pretesto per manifestarsi.
Silvano Privitera