A Troina del romanzo “Se avessi avuto gli occhi neri” i lettori ne hanno discusso con l’autore Gianfranco Sorge

Troina. Quella che si è svolta nella sala conferenze della parrocchia San Matteo non è stata una semplice presentazione del romanzo “Se avessi avuto gli occhi neri” di Gianfranco Sorge, è stato un autentico incontro con l’autore con il quale i lettori hanno avuto l’occasione di conversare sugli argomenti del romanzo.

Dopo la presentazione che ne ha fatto Silvano Privitera dell’autore e del romanzo, sono intervenuti nella conversazione con Sorge: Basilio Arona, Rosalinda Patané, Rosario Pappalardo, Irene Testa e Silvestro Lo Cascio. Nella saga di una ricca famiglia della borghesia agraria troinese, dove Sorge mostra di avere una conoscenza profonda dell’assetto urbanistico di Troina e delle tradizioni e della cucina troinese, si parla di argomenti che vanno dalla condizione femminile di sottomissione al maschio e di liberazione da questa condizione al doloroso percorso che devono compiere quelli che, nati con un corpo diverso dalla loro identità di genere, per armonizzare corpo ed identità di genere.

L’altro argomento che compare nella saga della famiglia troinese raccontata sono gli anni di piombo quando a metà degli anni ’70, dopo lo scioglimento di Lotta Continua, molti giovani militanti della sinistra extraparlamentare si ritrovarono nella condizione di scegliere se entrare in clandestinità per la lotta armata o ritirarsi a vita privata o entrare nei partiti della sinistra tradizionale. Tutti gli intervenuti hanno detto di aver tentato di identificare i personaggi del romanzo con persone che sono realmente esistenti in paese. Ma come ha spiegato Sorge, i personaggi sono delle invenzioni letterarie, anche se rappresentano figure sociali storicamente esistite.

“Tutto scaturisce dalla mia esperienza di psichiatra nella quale mi sono imbattuto in pazienti che quelle esperienze raccontate le hanno vissuto realmente. Non sono troinesi quei pazienti. Il motivo per cui ho scelto Troina come sfondo del mio romanzo, è che sono affascinato da Troina e dalla sua storia. Tutto quello so di Troina e delle sue tradizioni l’ho appreso dalla troinese Pietrina Cantale, che purtroppo non è più tra noi, la madre del mio amico Silvio Cuffari”.