Al trait d’union con il gruppo di Catenanuova-Centuripe-Regalbuto dell’organizzazione mafiosa del clan Cappello sequestrati oltre 500 mila euroi

I carabinieri di Catania hanno sequestrato beni per un valore complessivo stimato in oltre 500 mila euro ritenuti riconducibili a Santo Strano, 54 anni, esponente di vertice del clan Cappello detenuto in regime di massima sicurezza. Secondo quanto riferito da una decina di collaboratori di giustizia, Strano ha “ricoperto il ruolo non solo di responsabile del gruppo del clan Cappello operante in via della Concordia, deliberando le strategia operative, l’approvvigionamento della droga e le modalità del recupero illegale di ingenti crediti, ma anche quello di trait d’union sia con il gruppo di Catenanuova-Centuripe-Regalbuto sia con il capo dell’organizzazione mafiosa Salvatore Cappello” con il quale, secondo l’accusa, si rapportava quando dovevano essere assunte “decisioni nel nome e nell’interesse del clan”. Strano, ricostruisce la Procura di Catania, “ha vissuto, alla fine degli anni Ottanta e nei primi anni Novanta, dei proventi illeciti dei reati contro il patrimonio per i quali ha riportato condanna definitiva: furti ed estorsione in concorso”. Successivamente “ha continuato a delinquere compiendo una progressione criminale che lo ha visto affacciarsi in contesti associativi anche di tipo mafioso almeno fino al 2017 ricoprendo ruoli di spicco e ricevendo utilità illecite significative”. Di rilievo, sottolinea la Procura, “le numerose condanne, alcune delle quali irrevocabili, per associazione di tipo mafioso e partecipazione ad associazione finalizzata al traffico di stupefacenti”. Tra i beni sequestrati dai carabinieri un appartamento e un’impresa individuale di commercio al dettaglio di caffè torrefatto a Catania, intestati alla moglie, rapporti bancari, nove orologi e due bracciali con brillanti.