Da on. Lantieri un barlume di speranza per i tribunali di Nicosia, Mistretta e Modica?

Il Covid ha mostrato le nostre debolezze. Ha mostrato, anzi ha acuito le diseguaglianze fra i territori. La Sicilia, già periferia, ha nel suo entroterra un qualcosa di totalmente dimenticato da tutti. Cristo non si è solo fermato ad Eboli ma anche prima di prendere le strade interne, non da ultimo la Nord Sud, l’eterno sogno che forse, timidamente sta per realizzarsi. In questo territorio, già martoriato di suo, ci pensò la spending review, mantra di qualche anno fa, a dare il colpo di grazia e, per quanto riguarda l’ennese, la falce si accanì sul Tribunale di Nicosia. I Siciliani, nel loro spirito quasi “sottomissivo” o comunque in sospirante accettazione, dicono “calati juncu ca passa la china” o, volendo essere ancor più cattivi, “tutto cambia affinchè nulla cambi”. Si fanno le rivoluzioni, anche quelle politiche, dando fiducia cieca anche a quattro passati di lì, ma i quattro passati di lì poi, una volta che gustano la sarda del potere, svendono popolo e tanti saluti. In uno scenario così desolante, non si può non dare notizia di un gruppo che “ci crede” e che lavora per andare controcorrente, di far alzare “u juncu” e affrontare la china, anche se la china può essere rappresentata dai mulini a vento di donchisciottesca memoria. Stiamo parlando dei vari comitati che sono nati nei comuni falcidiati da un taglio ingiusto dei presidi di giustizia e che cercano in tutti i modi di invertire la rotta e far capire che se vi è un qualcosa che si può fare, quel qualcosa va fatto, non avendo così un domani rimpianto alcuno di essere stato con le mani in mano e non aver neanche tentato di fare “quel qualcosa”. Di Nicosia vi abbiamo sovente notiziato e abbiamo anche raccolto interviste e interventi sulla faccenda. In questi giorni aggiungiamo l’intervento dell’on. Luisa Lantieri che rappresenta la voce politica del territorio ennese alla Regione. L’on. Lantieri nella presente dichiarazione che riportiamo, si sta impegnando per poter fare “quel qualcosa” in campo di riapertura dei tribunali. Infatti:
“Insieme all’On. Stefano Pellegrino, presidente della Commissione Affari Istituzionali dell’ARS, ho presentato un disegno di legge per ripristinare i tribunali soppressi, con l’obiettivo di ridare dignità ad alcuni territori, come quelli di Nicosia, Mistretta e Modica, scippati di un servizio indispensabile per la collettività. All’inizio di questa legislatura avevo proposto, ed era stato approvato, un emendamento che stanziava 50.000 euro nel bilancio regionale per la riapertura dei tribunali soppressi, condizione economica necessaria richiesta dal Ministero che aveva dato alla Regione il compito di provvedere alla copertura finanziaria dell’operazione. Nonostante la copertura il Ministero ha poi comunque negato l’autorizzazione.
La soppressione dei tribunali oltre a causare notevoli disagi a cittadini e addetti ai lavori costringendoli a sostenere costi aggiunti per spostamenti, rappresenta anche la rinuncia da parte dello Stato a mantenere in vita importanti presidi di legalità che in determinate zone della Sicilia sono essenziali per la lotta alla criminalità di ogni tipo. La mia esperienza come vicepresidente della Commissione Antimafia mi porta a constatare che lì dove i tribunali sono stati soppressi ne ha fortemente risentito l’amministrazione della giustizia; inoltre sono evidenti i disagi per le forze dell’ordine , gli avvocati, i consulenti e i periti e gli operatori giudiziari. Da un punto di vista strettamente sociale, la scelta di concentrare i tribunali solo in alcune città ignorando importanti bacini di utenza, finisce per favorire la nascita di disarmonie tra territori, tra cittadini e nella gestione della giustizia”.
Ora, senza voler mettere bandiere politiche e lungi da qualunque tipo di partigianeria, noi ci auguriamo che ci sia presto una convergenza su questo importante tema. E che anche altre forze politiche e civili, forse distratte da altro o da passerelle negli hub vaccinali (il covid attira di più ultimamente) o nello scrivere libri autoincensanti, si sveglino dal torpore e comincino a capire che riportare il tribunale a Nicosia, per quanto possa essere utopico o magari una strada “fallimentare”, è un qualcosa che almeno dobbiamo provare a fare. E una volta che si prova magari si riuscirà a fare anche l’impossibile.
Alain Calò