Il tribunale di Enna, chiamato a decidere sulla questione in virtù del fatto che ai tempi Vittorio Sgarbi era residente a Calascibetta ha stabilito che quanto detto dal critico d’arte non poteva essere inquadrato nell’ambito della diffamazione. Quelle di Vittorio Sgarbi nei confronti di Andrea Scanzi sono state “frasi ingiuriose” a detta del giudice, reato meno grave tanto che è stato anche depenalizzato. L’ingiuria è un’offesa che un soggetto reca all’onore di un altro quando questo è presente. Sarebbe stata diffamazione se Sgarbi e Scanzi non fossero stati contemporaneamente nello stesso luogo.
“L’imputato non è punibile per aver commesso i fatti in stato d’ira determinato dal fatto ingiusto altrui”, così ha spiegato il tribunale di Enna nell’assolvere il critico d’arte. Il processo è stato celebrato con il rito abbreviato e Andrea Scanzi si era costituito parte civile per mezzo dell’avvocato Caterina Malavenda del foro di Milano. Vittorio Sgarbi ha conseguito la vittoria in tribunale nei confonti del giornalista ma nessuno dei due, per il momento, ha voluto commentare sui social la vicenda. Tra loro è probabile che in futuro ci saranno nuovi scontri e nuove stilettate, con Vittorio Sgarbi che potrà avere dalla sua una decisione favorevole in tasca di un tribunale.