Matricidio ad Aidone: le “vittime sarebbero due”

Aidone. L’omicidio della 69enne Vittoria Malaponti, che sarebbe stata uccisa dalla figlia Maria Gozza, 47 anni compiuti lo scorso 5 novembre, ha lasciato sgomenta l’intera e piccola comunità aidonese (dove tutti si conoscono e dove si sa tutto di tutti), che non riesce a capacitarsi del fatto che Maria, “disponibile, gentile” abbia potuto commettere questo brutale delitto. Naturopata, con un titolo di operatrice socio-sanitaria, Maria è operatrice del massaggio, attività che svolge a casa o a domicilio, molto apprezzata. Chi la conosce, la descrive con un carattere sicuro, impegnata nel sociale, dedita al volontariato, pronta a intestarsi o a sostenere iniziative locali, e non solo, a sfondo benefico. Non si è tirata mai indietro, quando qualche associazione di volontariato la coinvolge nelle attività. Nel passato, si è adoperata, insieme ad altri, in raccolta fondi come quella per il restauro della statua del Crocifisso dell’Annunziata, oppure in quella più recente per un intervento di un bambino malato. Molto creativa, le piace realizzare oggettini che poi regala ai suoi clienti, in particolar modo. Nell’abitazione unifamiliare di largo Cuciuffo, nel tranquillo quartiere di San Giacomo, viveva, dopo la morte del padre, con la mamma Vittoria, quest’ultima conosciuta come una brava donna, ammalata da tempo, i cui problemi di salute, giorno dopo giorno, pare andassero peggiorando, cosicchè Maria avrebbe deciso di collocarla in una casa di riposo. Da un lato, la situazione familiare che, per Maria, forse era diventata insostenibile: sola e stanca, con gli impegni di lavoro quotidiani da mantenere e la mamma sempre più necessitante di assistenza; dall’altro, la povera madre che non voleva staccarsi da quell’affetto familiare che da vent’anni si era preso, giorno dopo giorno, cura di lei. Si parla di liti tra le due donne che sarebbero diventati sempre più frequenti, con l’ultima di ieri mattina, quando Maria avrebbe ucciso la madre. Agli inquirenti è bastato poco per capire che non si trattava di un suicidio, come avrebbe voluto far credere in un primo tempo Maria, ma bensì di un omicidio. Poi, rea confessa. Si assiste, basìti, all’ennesimo dramma familiare, che questa volta però ci tocca molto, ma molto da vicino. Un dramma maturato all’interno delle mura domestiche, che farebbe emergere una situazione di forte disagio e di grande solitudine, celata, forse per la vergogna, ma cosa, ancora più grave, è che se qualcuno aveva capito o sapeva, non l’ha detto. Tanti i commenti sui social, come quelli che sostengono che, in questo caso, le “vittime sarebbero due”.
Angela Rita Palermo
Foto: Uno dei tanti lavoretti fatti da Maria Gozza. Appassionata in lavoretti che poi regalava si suoi clienti.