Q – IL PORTAVOCE – Enna. La maggioranza comunale si risveglia

La maggioranza consiliare (virtuale) torna a far parlare di sé. A distanza di tempo (cfr. Q – Enna. La maggioranza consiliare va alla guerra) e Covid permettendo, riceviamo un nuovo comunicato stampa della sedicente maggioranza consiliare, che è diversa nelle persone (non tutte) ma non nella “mano di dio” che torna a guidarla.
In effetti la parola “sedicente” è sbagliata perché il documento questa volta non è firmato con un nome collettivo (come nell’aprile 2020) ma è una nota “a firma (virtuale) dei 15 Consiglieri Comunali di maggioranza che sostengono l’Amministrazione Dipietro”. La nota è trasmessa da quello che riteniamo il portavoce ufficiale, no, non del gruppo (Siamo Enna?) o della maggioranza stessa, ma il portavoce del ritrovato leader della squadra del Sindaco. “Ri-trovato” è un gioco di parole che mi è venuto fuori per caso, lo giuro!
La mano è la stessa, probabilmente anche del documento fatto sottoscrivere dal sindaco Brenno ai congiurati qualche settimana fa, con cui si è ricostituita “una solida maggioranza consiliare”. Se andate a rileggere l’articolo dell’aprile 2020 che abbiamo citato, troverete che allora la firma (virtuale) era di “Maggioranza consiliare a sostegno dell’amministrazione”, se aggiungete che il consigliere Trovato è da sempre molto vicino alla vera mente pensante, alla testa di quel mostro mitico e polimorfo che abbiamo nominato la volta scorsa “Giovalinda”, i conti sono presto fatti: la nostra eroina è tornata (cfr. Q/Enna-L’avvocato-del-diavolo).
Ebbene, la maggioranza ricomposta e commissariata, avvisata nottetempo che la richiesta di dimissioni del Presidente del Consiglio Comunale non poteva farla il Sindaco, corre ai ripari e decide di fare per una volta il proprio (sporco) lavoro e minacciare l’eretico Gargaglione di scomunica. E lo fa in nome dello Statuto: se non ti dimetti con le buone ci pensiamo noi con le cattive.
E ancora una volta si sbagliano a fidarsi del conducator (conduttore, leader, capo, sovrano, guida, governante, comandante, reggente) o per meglio dire della Fenice, di colei che risorge dalle proprie ceneri. Ce l’ha spiegato bene Massimo Greco: “L’istituto della revoca, e non della sfiducia politica, è disciplinato dalla legge regionale. Una diversa previsione statutaria, come quella contenuta all’art. 22 dello statuto comunale, che prevede la decadenza automatica della carica nel caso in cui “lasci la coalizione d’appartenenza”, oltre ad essere formulata malissimo, non è certo applicabile alla carica di Presidente del Consiglio. Significherebbe assoggettare la carica istituzionale del Presidente del Consiglio alla volatilità politica presente in Consiglio comunale, cosa che, al contrario, è stata scongiurata dalla giurisprudenza prima e dal legislatore regionale dopo”.
Il Presidente del Consiglio è una istituzione a sé stante; per un’eventuale revoca ci vogliono motivazioni non sull’appartenenza del Presidente a una maggioranza, ma sull’eventuale venir meno dell’assoluto rigore ed imparzialità con cui deve disimpegnare il proprio compito, che è un ruolo di garanzia dell’intero Consiglio Comunale (maggioranza e minoranza), cosa sempre espletata in maniera impeccabile. E con questo crediamo di aver chiuso la discussione.
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Ma torniamo al comunicato. Nella libera repubblica siciliana (senza palme da dattero ma forse con qualche banano) che con la legge del 2011 ha sovvertito il giusto rapporto fra Consiglio comunale e amministrazione, fa specie sentire un comunicato in cui ci si fanno i complimenti da se stessi. Come è stata brava l’amministrazione (di cui facciamo parte anche noi consiglieri-assessori) che ha ottenuto dei finanziamenti milionari!
Venuto meno il giusto rapporto dialettico fra Consiglio e amministrazione per la commistione dei ruoli, chi vigilerà adesso che questi soldi vengano spesi presto e bene? Dovrebbe farlo l’opposizione, ma per la verità ci è sembrata sempre un po’ deboluccia.
Un antico Soprintende Beni Culturali piazzese sosteneva di non volere troppi finanziamenti sui beni monumentali perché avrebbero fatto più danni che altro. A giudicare da qualche descrizione degli interventi previsti sul Castello di Lombardia, con uno sconvolgimento dell’intera area antistante il maniero, speriamo non avesse ragione lui!

Q – G.L. Borghese

Link news di riferimento
Q/ LA LIBERA (PRIMA) REPUBBLICA DI ENNA
Enna, crisi politica: dal “brutto anatroccolo” al “cigno nero”

PS – A chi credeva che era tutta un’invenzione consiglio di dare uno sguardo al titolo del libro di Giuseppe Barcellona, “Q L’enigma del Messia”, Edizioni La Zisa.

Q è la quindicesima lettera dell’alfabeto italiano e la diciassettesima di quello latino ed è l’unica lettera che nella nostra lingua non si può leggere da sola, se non accompagnata dalla “u”.
In questa ottica Q è una lettera “singolare”, nel senso di particolare, unica, e “plurale” nel senso che non può stare da sola.
Q è pure il titolo di un romanzo scritto da quattro autori sotto lo pseudonimo multiplo di Luther Blisset, e che si definiscono “nucleo di destabilizzatori del senso comune”.
Q è dunque “plurale” anche in un senso più ampio. Lascerà di volta in volta a voi lettori informatici il compito di completare ed interpretare, secondo la vostra libera scelta o inclinazione politica, le provocazioni che vi verranno proposte dall’autore, un ennese che da lontano ma puntualmente segue, attraverso internet, gli eventi che travagliano questa terra.