“La Solitudine” ultimo libro di Rosario Colianni

Questo breve saggio, Rosario Colianni seguendo il proprio anelito ed esprimendo la propria sensibile umanità, ricerca e racconta le realtà soggettive , sociali e culturali in cui la solitudine oggi si manifesta in modo severo dando vita a situazioni criticamene dolorose e insostenibili sia a livello individuale che sociale.
L’autore ci parla della solitudine vissuta da coloro che subiscono e sono obbligati forzatamente o legalmente alla reclusione, di chi subisce violenza fisica o psicologica, anche all’interno delle mura domestiche, violenza che rende senza voce e incapaci alla denuncia o alla reazione, dedica attenzione alla vita solitaria e disperata di coloro che chiama gli “ invisibili”: soggetti al margine della società da cui sono esclusi o si autoescludono.
dalla prefazione di Gianna Codetta Raiteri

Pur nella complessità degli argomenti trattati, la lettura è fluida e piacevole, consigliabile a tutti senza alcun limite. Senza voler entrare nel merito della trattazione specifica, mi piace esporre le riflessioni emerse dopo avere letto l’opera di Rosario. “Emerse” perché in realtà le riflessioni sul tema solitudine sono presenti nel vissuto di ogni persona, e possono cambiare nel tempo per la presenza di molteplici fattori; sensibilità e percezione contribuiscono, a loro volta, a creare la dimensione concettuale con cui leggiamo e interpretiamo stati d’animo, e condizioni più oggettive, legati, in questo caso, alla solitudine.
Ho avuto modo di soffermarmi a riflettere sulla solitudine come auto-isolamento, legata, quindi, a uno stato d’animo particolare che può presentarsi una o più volte nella vita. Mi piace pensare che la solitudine può essere vissuta, per un periodo transitorio, come una condizione esistenziale del tutto normale , legata alla necessità di dare spazio all’autoascolto, alla riflessione, alla ricerca di serenità interiore.
Non va demonizzata ma accettata e vissuta come possibilità di ulteriore crescita e formazione nello stadio dell’esistenza raggiunta in quel momento. La “crisi interiore” dell’adolescente di fronte ai cambiamenti straordinari che sta vivendo è, a mio avviso, uno dei momenti in cui la solitudine può assumere una dimensione positiva nell’esistenza in profonda trasformazione psicofisica. Lo stesso può accadere in altri momenti dell’esistenza, ognuno particolare e importante.
Ben altro è la solitudine come condizione imposta e quindi subita. Conseguenza di patologie, di povertà materiale e culturale, di discriminazione (l’elenco non si esaurisce qui), la solitudine allora diventa uno stato in cui la persona è costretta a vivere suo malgrado, con profonde ripercussioni sul benessere psicofisico. Il lavoro del dott. Colianni si sofferma su alcune di esse illustrandone il meccanismo e le conseguenze.
Dalla presentazione di Antonella Santarelli

Il libro è presentato dalla Psicoterapeuta Gianna Codetta Raiteri e dalla Sociologa Antonella Santarelli si può ritirare in qualsiasi libreria anche on-line o senza spese di spedizioni dalla stessa casa editrice (www.mauriziovetrieditore.com)