Ipotesi scioglimento del Consiglio comunale di Piazza Armerina

“L’amministrazione Cammarata verrà ricordata per aver fatto fallire il comune di Piazza Armerina. Da Piano Duilio, gridava che nulla sarebbe cambiato e che votare il dissesto, non solo era necessario ma avrebbe portato molti vantaggi, anche economici. Quali, ancora non lo sappiamo. Fallimento che sta pagando il cittadino e chissà ancora per quanto tempo”. Esordisce così, con questa dichiarazione Mattia Giuseppe, leader del movimento politico, Patto per la città. ” Abbiamo seguito passo passo, tutto il percorso del dissesto, folle azione della politica del primo cittadino, che ha distrutto servizi, reso ridicolo il comune di Piazza Armerina e che non approva un bilancio dall’ultimo consuntivo del 2018″.
Certo però c’è da dire, che in un ultimo suo comunicato, il sindaco ha dichiarato di aver approvato i bilanci per “cinque anni” (leggonsi 5, cinque, five, cinq…), peccato che, mai sono arrivati in Consiglio comunale, li avrebbe approvati la giunta? Mistero della fede. Oltre al bilancio 2018, è stato votato in consiglio comunale, dalla maggioranza, il piano di riequilibrio, il quale dopo essere stato inviato al MEF, ha avuto come risposta, una relazione di ben quarantacinque pagine, in cui si chiedevano, diciamo, delle correzioni, per voler utilizzare un eufemismo. All’ente, il MEF concede un tempo perentorio per la presentazione della documentazione. Cosa chiede? I bilanci, 2019,2020, 2021 e già siamo arrivati al 2022. L’amministrazione, non solo non approva nessun bilancio, ad oggi è ancora così, ma richiede un prolungamento dei tempi. Pare per motivi di salute del responsabile del settore finanziario. All’ennesima richiesta il MEF risponde picche.
Mattia continua: “mai si è verificato o sentito, che un comune dopo quattro anni, non approvi i documenti finanziari. Come qualche Consigliere di opposizione ha precisato, nessun atto è mai approdato in Consiglio comunale. Avrebbe dichiarato delle falsità. Prova di ciò è un documento del MEF, inoltrato dal Ministero dell’Interno dipartimento degli affari interni e territoriali, in data 03/02/2022, al comune di Piazza Armerina e per conoscenza alla Prefettura. Tale nota, risponde in riferimento ad una ulteriore richiesta di proroga dei termini alle “richieste istruttorie sull’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato 2019/2021”, che tali termini “NON SONO PROROGABILI”. “Tutto ciò – continua Mattia – porterà all’applicazione “dell’art. 262 del TUOEL, sanziona l’inosservanza richiamando la fattispecie di SCIOGLIMENTO, di cui all’art. 141 comma 1, lett.a, del CONSIGLIO COMUNALE”.
Insomma, si andrebbe verso lo scioglimento del Consiglio comunale. Eppure, fu lo stesso sindaco, a gridare alla sua maggioranza, che se non si fosse approvato il dissesto, un commissario si sarebbe sostituito al Consiglio comunale”, conclude Mattia. Chissà per quale motivo, verrebbe da pensare che sarebbe stato meglio. Intanto, al palazzo Fundrò, fermono i preparativi per l’elezione del presidente del Consiglio comunale, in virtù delle dimissioni del Prof. Incalcaterra. Si vocifera, di una esigenza politica assegnare a FdI tale funzione, sarebbero i vertici del partito a richiederlo, per l’ipotesi di una candidatura alle regionali nelle file del partito, dell’uscente vice sindaco. Ci sarebbe da considerare che i componenti di FdI, almeno così gridava dagli scranni dell’aula consiliare il capigruppo, “non avevano chiesto mai nulla e nulla volevano”, possiamo solo immaginare, che se avessero chiesto e voluto qualcosa, oggi si parlerebbe di “sindacatura, deputazione e presidenza della regione”. Una unanime richiesta e considerazione, di Patto per la Città e la popolazione di Piazza Armerina, è che questa amministrazione vada a casa per evitare ulteriori danni alla città. Ormai il dado è tratto teniamoci pronti, con l’arco in mano, per le prossime amministrative.