Pasqua. Riprendono le processioni: Un bene o un male?

A fine marzo, ormai si sa, finisce lo stato di emergenza per quanto concerne il Covid 19. E anche se ancora il virus gira lo Stivale in lungo e in largo ormai è stato praticamente accantonato anche mediaticamente perché è molto più interessante la guerra in Ucraina. Ora, prima di donare questo benedetto Nobel per la medicina a Putin per aver fatto letteralmente scomparire il Covid da tutti i telegiornali, se qualcuno ha ancora la (mal)sana curiosità di andare a vedere i bollettini che comunque continuano a uscire ogni giorno scoprirà che il trend dei contagi è comunque in aumento. Non ci chiediamo, quindi, tanto se sia corretto o meno interrompere lo stato d’emergenza ma se sia utile fare entrare nell’ottica comune che dal primo aprile il Covid, magicamente, sparisce. Ovviamente sarà un pesce d’Aprile, un pesce però pericoloso per la salute collettiva. Ma tanto i membri della Cei, i signoroni che gestiscono il cattolicesimo (e tutto ciò che vi è connesso), memori del loro ruolo di interessarsi alla salute delle anime (dei corpi si occupano solamente in sede di 8×1000), escono un comunicato in cui permettono le processioni. Ora, non ci vuole chissà quale sapienza calata dall’alto che fare una processione a neanche quindici giorni dalla fine dello stato di emergenza che non significa fine della pandemia e con un virus che si diffonde con gli assembramenti, è come, usando un linguaggio a loro vicino, auto-mettersi in Croce! Capiamo bene tutti che poi ci sarà una mega consacrazione stile Russia e Ucraina e i futuri contagiati in realtà saranno per direttissima canonizzati come martiri della fede, non si potrebbe evitare quantomeno per questa Pasqua, con questo aumento di contagi, di effettuare processioni o comunque eventi in cui è previsto un massiccio assembramento?

Prendiamo, ad esempio, qualche foto di Nicosia durante una tipica ricorrenza pasquale: chi controllerà che saranno indossate le mascherine? Chi può dire che all’interno di questo maxi assembramento che riempie l’intera piazza si possa stare sereni? Un celebre detto dice “Aiutati che Dio ti aiuta”. Speriamo bene che il tanto evocato discernimento apra le menti a molti Vescovi e Diocesi che scelgano saggiamente la via più prudente e non si facciano sedurre da balconate e cattedre con grande pubblico dal quale fare i loro discorsi.
Alain Calò

Link news di riferimento:
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