Calascibetta: senza cambio generazionale la pesante urna del Cristo Morto rimarrà in chiesa. La scultura raffigurante il Signore sarà portata in processione su un lenzuolo

Calascibetta Dopo due anni di sosta forzata, causa la pandemia, ritornano anche a Calascibetta le processioni religiose legate alla Pasqua, ovvero la Domenica delle Palme, il Venerdì Santo e la Pasqua di Resurrezione. Un via libera, oltre che dal Governo, arrivato anche dal vescovo della Diocesi di Caltanissetta, Mario Russotto, di cui Calascibetta, unico paese dell’Ennese, fa parte. A seguito del lungo periodo di fermo però, il rischio che qualcosa potesse incepparsi era alto. Infatti, soprattutto a causa della mancanza di cambio generazionale tra i portatori dei fercoli, è stato deciso che la vara del Cristo Morto, realizzata in legno massiccio negli anni ’70 da un noto artigiano del luogo, Santino Rigatuso, rimarrà in chiesa. Troppo pesante per essere portata a spalla lungo le strade di Calascibetta dai Cavalieri di Cristo, diversi dei quali hanno un’età avanzata. Al posto della tradizionale urna, che fu commissionata dall’ex presidente della Regione Siciliana, lo xibetano Giuseppe D’Angelo, si è deciso, per la prima volta, di portare in processione, su un lenzuolo, il solo Cristo che si trova nella chiesa del Carmelo. Un problema che si pone solo per l’urna del Cristo, tutto regolare invece riguardo il fercolo dell’Addolorata. Luca Zaffora, presidente dell’Associazione Cavalieri di Cristo Morto, ha detto: “Dopo due anni di stop, in assenza di forze fresche e con il virus ancora presente, per quest’anno, l’assemblea generale dei Cavalieri di Cristo Morto ha deciso di portare in processione su un lenzuolo la scultura del Cristo”. Una scelta forzata ma suggestiva. Naturalmente stiamo parlando di quella che potrebbe sembrare la parte meramente folcloristica, ovvero quella che attira i turisti, ma che, dalle nostre zone, acquista un valore profondamente religioso. I riti all’interno delle chiese, infatti, già lo scorso anno, con le giuste precauzioni, si sono svolti. Cautela che ci sarà anche quest’anno, con guanti e mascherina per i portatori dell’Addolorata e del Cristo. Di fatti, lo stop allo stato di emergenza da parte del Governo non mette fine alla circolazione del virus, ma poiché bisogna “ritornare a vivere”, come ha detto più volte questo Governo, i riti della Settimana Santa possono essere un modo per attirare turisti e fare così girare l’economia.
Francesco Librizzi