Valguarnera. Il GIP di Enna respinge il ricorso dell’ex consigliere PD Nino Castoro, contro la sindaca, il dirigente UTC e la ditta Traina

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Enna respinge il ricorso avanzato dall’ex consigliere comunale PD Nino Castoro, per le presunte “vessazioni ed angherie” che avrebbe subito da parte della sindaca Draià, dalla ditta appaltatrice dei lavori di smaltimento rifiuti “Traina srl” e dal dirigente dell’Ufficio tecnico comunale. Come si ricorderà l’ex consigliere, già responsabile del cantiere del servizio rifiuti di Valguarnera, denunciò l’anno scorso la sindaca e gli altri due soggetti, rei a suo dire, di averlo “punito” nella posizione lavorativa, mediante demansionamento,  per il fatto di essersi candidato alle scorse elezioni amministrative con la lista avversa a quella del sindaco. Il “caso” suscitò parecchia indignazione ed irritazione da parte di alcuni esponenti nazionali e regionali PD nonché del responsabile locale e provinciale, tanto da scaturirne varie interrogazioni parlamentari, nonché una richiesta di commissione d’indagine comunale da parte dei consiglieri comunali di opposizione. Secondo la decisione del Gip emessa nei giorni scorsi che segue quella formulata con lo stesso risultato dal Pubblico Ministero qualche mese prima, dalle motivazioni addotte  da Castoro, attraverso gli atti prodotti,  “non emerge assolutamente la certezza di un comportamento abusivo né da parte del sindaco né degli altri due soggetti coinvolti, volto a procurare loro un vantaggio patrimoniale e un danno altrui e che le argomentazioni svolte dal pubblico ministero a sostegno della richiesta di archiviazione sono condivisibili.” Per il GIP inoltre, nell’esame degli atti, non esistono prove sufficienti sia da parte di Castoro che dei testimoni citati, sulle quali si sono sorrette le contestazioni contro il sindaco, la ditta Traina e il dirigente dell’Ufficio tecnico comunale. Per tale ragione ha disposto l’archiviazione del caso. La sindaca Draià in una diretta social, venuta a conoscenza dell’ordinanza del GIP è un fiume in piena. “E’ stata architettata –ha detto- una campagna mediatica fuori dal comune contro di me. Una campagna di fango, di cui gli autori se ne dovranno assumere le responsabilità. Finalmente è stata fatta piena luce sul caso. Io sono Francesca Draià ed ho le mani pulite continua- ho fatto e farò sempre gli interessi dell’Ente che amministro”. E poi ancora: “Mi aspettavo solidarietà, invece mi sono state rivolte le accuse più infamanti. Di me è stato detto di tutto in Consiglio Comunale ed ho dovuto subire tanto, i consiglieri di minoranza Speranza, Bruno e Greco hanno chiesto persino una commissione di indagine nei miei confronti, come se aspettasse loro giudicare. Un atto vergognoso contro di me, sul quale finalmente è stata fatta piena luce”. Draià infine attacca i deputati regionali e nazionali PD rei di essersi prestati al caso, producendo interrogazioni parlamentari e rivolgendosi persino alla commissione antimafia. “Questo “meraviglioso” PD- ha concluso- che invece di occuparsi di casi di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o sono sull’orlo del baratro, hanno pensato invece di tutelare gli interessi di una sola persona, solo perché proviene da quel partito, dimenticando tutti gli altri.” A rispondergli a stretto giro di posta, sempre via social, il consigliere comunale PD Angelo Bruno che stigmatizza l’uscita social della sindaca. “Non dimentichi mai la sindaca- afferma- che ad eleggerla alla massima carica di sindaco è stato il PD, salvo poi abbandonarlo. L’opposizione- continua- nel chiedere la commissione di indagine non voleva assolutamente giudicare, non spetta a noi farlo, ma capire e parlare della denuncia grave, articolata ed inquietante inviata da un ex consigliere, costretto a dimettersi per presunte vessazioni sul posto di lavoro. E’ compito del Consiglio occuparsi di una denuncia inquietante? Io penso di si. La sindaca ha detto di aspettarsi  solidarietà e non accanimento per quanto accaduto- conclude Bruno- ma noi solo perché ci siamo permessi di discutere del caso in Consiglio adesso veniamo censurati, lei invece ha mai chiesto solidarietà per altri professionisti ed operatori dell’informazione denunciati a spese del Comune?”

Rino Caltagirone