Calascibetta: rievocata l’entrata di Gesù a Gerusalemme, anche il sole ha reso la giornata più bella

Calascibetta. Con la rievocazione dell’entrata di Gesù a Gerusalemme, che si è svolta ieri in occasione della Domenica delle Palme, sono ripresi anche a Calascibetta i riti pasquali. Tradizioni religiose che si concluderanno domenica prossima, in piazza Umberto I, con “U ‘ncuntru”, ovvero l’incontro tra il Cristo Risorto e la Madonna.

Ad impersonare Gesù, ieri, è stato Simone Maria Messina, 6 anni, il quale, in groppa ad un asinello e attorniato dai confrati dell’Associazione dell’Itria, raffiguranti gli apostoli, ha percorso le principali vie di Calascibetta. Una processione suggestiva, scandita da una bella giornata di sole, che la Pandemia ci aveva quasi fatto dimenticare. Tutto è filato liscio, con il piccolo Simone che ha interpretato un nobile ruolo che difficilmente dimenticherà. E la gioia si leggeva anche nel volto dei genitori e dei nonni. Insomma, come a dire: dopo due anni di buio, ecco il sorgere del sole che ieri ha accompagnato lo scorrere dell’intera giornata della Domenica delle Palme. Due anni di sosta forzata, però, hanno portato cambiamenti tra i riti della Settimana Santa xibetana. Fermo restando che l’Adorazione della Croce, in chiesa, rappresenta il momento liturgico più ”alto” del Venerdì Santo, la novità riguarda i fercoli. Da un lato il virus, che ancora circola, dall’altro la mancanza di cambio generazionale tra i portatori del Cristo, hanno fatto si che, per la prima volta, la pesante urna, realizzata negli anni’70, non sarà portata in processione. Il Cristo, ma sarà quello che si trova nella chiesa del Carmelo, sarà adagiato su una portantina regale che verrà portata dai Cavalieri che si alterneranno quattro alla volta. A sottolineare la presenza del sacro sarà il Baldacchino, anche questa una novità, con sei Cavalieri alla volta che si daranno il cambio. Il fercolo dell’Addolorata sarà invece portato regolarmente a spalla e i Cavalieri dovranno indossare mascherina e guanti. Stessa cosa, a protezione del virus, dovranno fare i Cavalieri di Cristo. Intanto, sono sempre di più gli xibetani a dire che per riportare il prossimo anno in processione la tradizionale urna in legno, realizzata dall’artigiano Santino Rigatuso, sarà necessario sia coinvolgere altre confraternite locali, perchè è un momento religioso che coinvolge l’intera collettività e i rancori e l’orgoglio vanno messi da parte, sia sostituire la base dell’urna e i pesanti baiardi, utilizzando materiale più leggero. Sistema messo già in atto dall’Associazione Addolorata, il cui direttivo, oltre ad avere un aiuto dai confratelli di Maria Santissima del Monte Carmelo, ha pensato bene di alleggerire la base del fercolo e le aste che poggiano sulle spalle dei portatori.
Francesco Librizzi