Enna. Piattaforma di essiccazione fanghi a Dittaino rischia di “passare in sordina”

A poco più di 11 anni da quando il territorio della nostra provincia venne interessato dal tentativo di un importante imprenditore siciliano (poi passato alle cronache giudiziarie) di localizzare in territorio di Assoro un’elefantiaca discarica, una simile problematica ambientale si ripresenta. Questa volta si tratta di una piattaforma per l’essiccazione dei fanghi provenienti dalla depurazione delle risorse idriche da localizzare nella valle del Dittaino, in territorio del Comune di Enna. Il procedimento amministrativo attivato è lo stesso e trova conforto nell’art. 27-bis del Codice Ambientale nel contesto del quale si raccolgono tutti i pareri delle diverse Amministrazioni competenti per poi concentrarsi nel cosiddetto P.A.U.R., cioè il provvedimento autorizzativo unico regionale. Rispetto alla discarica di Assoro, per la quale si registrò una vera e propria sommossa popolare, questo progetto – in fase procedimentale decisamente avanzata – rischia di “passare in sordina” nonostante l’allarme sollevato dal giovane Consigliere comunale Marco Greco (nella foto), le perplessità tecniche avanzate dal Responsabile provinciale di Legambiente e i legittimi interrogativi dei pentastellati. L’assenza di adeguate e preventive informazioni ambientali su tale progetto finisce per irrobustire i sospetti di chi sostiene che dietro l’apparente ovvietà dell’essiccazione dei fanghi si celi ben altro tipo di attività. Il Comune di Enna che si è limitato ad attestare la conformità urbanistica del progetto, avrebbe fatto bene a chiedere alla Regione una consultazione delle comunità locali. La Commissione europea ha infatti più volte promosso specifiche procedure d’infrazione nei confronti del nostro Paese, al quale è stata contestata la mancata consultazione dell’opinione pubblica prima dell’adozione di una decisione definitiva su un progetto a forte impatto ambientale.
Massimo Greco