Aidone: in Consiglio si è formato il gruppo dei quattro “dissidenti”

Aidone. Scalda i motori la politica locale dopo la defezione di due consiglieri che hanno determinato la formazione di una nuova maggioranza tra gli scranni dell’opposizione. A dare l’energico scossone, sono state le due ultime uscite dalla coalizione del sindaco Chiarenza: quella del consigliere Antonio Randazzo, nel dicembre scorso, e quella più recente di Flavio Rizzo. Uscite che stanno scatenando attacchi e contrattacchi, soprattutto per il fatto che l’amministrazione del sindaco Chiarenza ha perso la maggioranza in consiglio ritrovandosi con l’appoggio di soli quattro consiglieri, mentre all’opposizione ne siedono ben otto. Tra i primi a lasciare la cordata di Chiarenza era stata la consigliera Carmela Minincleri, dopo un anno dalle elezioni e, un anno fa circa, Maria Pina Pittà. L’insanabile rottura tra gli ex alleati e l’amministrazione Chiarenza si è vista nel consiglio del 21 aprile che doveva approvare tre variazioni di bilancio in entrata, bocciate, dall’opposizione. Si è formato infatti un nuovo gruppo consiliare, composto dai consiglieri “dissidenti”: Minincleri, Pitta, Randazzo e Rizzo. Il 5 maggio scorso, si è svolto un’altra seduta del consesso, e il neo gruppo stigmatizza l’operato dell’amministrazione Chiarenza e dell’assessore Raccuglia che hanno ripresentato in consiglio comunale delibere delle quali il gruppo mette in dubbio “la legittimità amministrativa”. In particolare, il gruppo sottolinea la mancata approvazione preventiva del piano triennale delle opere pubbliche per quanto concerne il riuso di San Domenico. La “discrezionalità assoluta” sull’intervento di riparazione delle stradelle marciapiedi, ecc. e l’assenza totale di indicazione di come verranno distribuiti i contributi per i comuni marginali. Afferma Rizzo:” Il nuovo gruppo consiliare è nato per dare reale e concreta centralità al consiglio comunale che vorrebbe essere utilizzato dalla giunta come un mero organo di rettifica di decisione presa da chi non ha più alcuna rappresentanza politico-amministrativa”. Di qui, l’invito all’amministrazione comunale di modificare le delibere “al fine di far approvare, in maniera legittima, atti che possono avere delle ricadute sulla comunità”. Il consiglio del 5 maggio si è concluso con un nulla di fatto, essendo stato rinviato il punto all’ordine del giorno.
Angela Rita Palermo