Nicosia paese delle cittadinanze onorarie “ad muzzum”

E se in questi giorni il dibattito a Nicosia è su quanti siano i baroni (se 24 esatti o qualcuno in più o qualcuno in meno) e quindi la discussione è accesa se l’appellativo “Città dei 24 baroni” è corretto o meno, per districare la vicenda potremmo proporre di cambiare l’appellativo di Nicosia in “Città delle cittadinanze onorarie ad muzzum”. E speriamo che sia un pesce d’aprile, un po’ in ritardo (forse addirittura scaduto), quello che il Sindaco Bonelli ha proposto di dare la cittadinanza onoraria al Vescovo uscente Muratore. Procediamo, comunque, con ordine: la cittadinanza onoraria è, per l’appunto, un’onorificenza ma che comunque è priva di rilevanza giuridica. Seppur un regolamento “fisso” non esiste e quindi ogni Comune può decidere di dotarsi o meno di questo e di un eventuale albo (peraltro già la richiesta è stata avanzata per il Comune di Nicosia), resta il fatto inequivocabile che la cittadinanza onoraria dovrebbe essere data a chi abbia dato onore al Comune che gliela conferisce (o comunque ci potrebbero essere gesti oltremodo simbolici come il conferimento della cittadinanza onoraria al milite ignoto o, in periodo fascista, la cittadinanza onoraria conferita a Mussolini che ancora pochi Comuni hanno ritirato). E non riusciamo a comprendere quali possano essere questi particolari meriti, non ce ne voglia, ovviamente, del Vescovo Muratore. Soprattutto alla luce del fatto che altri Vescovi, che peraltro hanno raggiunto vette anche di un certo spessore (ricordiamo, tra gli ultimi Pio Vigo recentemente scomparso e Salvatore Pappalardo)  non hanno ricevuto questa onorificenza nel momento in cui hanno lasciato la diocesi di Nicosia. Ma aldilà di ciò, quali sono state le azioni compiute da questo Vescovo per meritare la cittadinanza onoraria?

Andiamo sulla Treccani e alla voce “cittadinanza onoraria” troviamo:

“diritto di considerarsi cittadino di una città diversa da quella in cui si è nati: viene concessa in casi speciali a personaggi illustri o particolarmente benemeriti della città concedente”.

Cerchiamo di ragionare assieme, alla luce di questa definizione, su quale possa essere l’impresa “onoraria” di questo Vescovo:

forse risale all’inizio del suo mandato quando si fa sempre più concreta la chiusura (che poi avviene) del Tribunale di Nicosia? Che cosa ha fatto? Se una visita ai protestanti e qualche lettera mandata qua e là (e il Tribunale lo hanno chiuso lo stesso) vale la cittadinanza onoraria, perché non darla a chi realmente si sta impegnando (qualora dovesse riaprirsi) anche in questi giorni per riportare il Tribunale a Nicosia?

Oppure, quando, nell’anno 2016, toccando l’apoteosi dell’onore, il Vescovo Salvatore Muratore si rivolse ad una manifestazione di presentazione di libri dichiarandola come qualcosa che “ingombrava” la piazza? Però, così facendo, forse, non si  legittimerebbe e si farebbe assurgere come “cittadino onorario” una persona che ha ritenuto una manifestazione culturale, a prescindere dalla matrice, un qualcosa di “ingombrante” che dovrebbe dare spazio agli eventi della cristianità (a buona pace di Cavour che nella tomba fa come la trottola pensando a quel “Libera Chiesa in libero Stato” con annessa successiva arrampicata sugli specchi e captatio benevoletia sulla Cultura capendo lo scivolone fatto)? Una manifestazione culturale, lo sappiam bene, fa paura perché allena il libero pensiero, e quando il pensiero è libero ed è ben allenato è pericoloso perché pone tutto sotto il vaglio critico e non fa accettare nulla passivamente. Peraltro, richiamandoci a Lucio Dalla, “È chiaro che il pensiero dà fastidio/ Anche se chi pensa è muto come un pesce”. Ma non è stato un po’ troppo definire una manifestazione di libri “ingombrante”?

Oppure si conferisce la cittadinanza onoraria per riconoscere al Vescovo di Nicosia di essere un grande cultore d’arte con il nuovo altare della Cattedrale di Nicosia (vero comunque che de gustibus non est disputandum)?

O forse per aver chiuso praticamente a doppia mandata il Seminario di Nicosia, che magari come struttura sarebbe stata utilissima per creare una scuola di artigianato, di arti e mestieri e permettere ai nostri ragazzi di imparare un lavoro per restare a Nicosia (ma mentre il Seminario rimaneva chiuso, abbiamo potuto vedere come il Vescovo abbia preferito curare un’abitazione più sotto)?

O forse per aver fatto imparare ultimamente ai preti qualche passo di valzer, con una giravolta che ha fatto non poco discutere la popolazione?

O forse, ancora, è un gesto d’onore sentirsi superiore a tutti e quando un “vile” giornale controcorrente tentava di porre domande e di fare osservazioni “fuori dal coro”, era meglio ignorarlo e le critiche, dall’alto della bellezza dell’altare bollarle come “piccoli punti di vista che deturpano la bellezza”?

Signor Sindaco, appello a Lei: i Vescovi li “subiamo”(perché sono nominati dall’alto) ma i Sindaci li votiamo perché siete espressione del popolo. Non dia la cittadinanza onoraria al Vescovo Muratore, non per chissà quale motivo, ma solo perchè ora è forte la tentazione “del momento”. Lasci che eventualmente la conceda il Sindaco che le succederà perché, passati gli “entusiasmi dell’addio”, si potrà meglio sedimentare il tutto e a mente fredda valutare se questa cittadinanza onoraria è meritevole o meno.

Di certo, se vorrà conferire cittadinanze onorarie in questi giorni, avrà una bella lista di nomi di persone alle quali in maniera unanime viene riconosciuto che hanno dato lustro alla nostra terra (non si vuole fare nomi ma sicuramente basta fare un giro in piazza e saprà, ma siam certi che già lei ha dei nomi, a chi possiamo riferirci). Perché altrimenti, se ci lasciamo trascinare dalle emozioni e iniziamo a dare le cittadinanze onorarie come le caramelle, rischiamo di svilire la bellezza di essere cittadini di Nicosia.

Alain Calò