Pesca di Leonforte Igp: riconosciuto il Consorzio

La Pesca di Leonforte Igp ha tanto da dire. Si tratta di un frutto che viene ‘accarezzato’ dieci volte prima della raccolta e che viene protetto, durante la crescita, da un sacchetto. In Sicilia la chiamano la pesca ncuppata e ora c’è anche un Consorzio per tutelarla.

Italiafrut, durante il Macfrut, ha incontrato il presidente del Consorzio, Domenico Di Stefano, e la nuova direttrice, Rita Serafini. Negli ultimi dieci anni, la superficie di questo frutto è passata a 30 a 120 ettari, a testimonianza di un grande interesse verso questo prodotto, anche da parte di giovani imprenditori. “Nel 2021 si ha una sorta di rinascita, con la costituzione di un nuovo consorzio di tutela dove è presente il 90% della produzione – afferma Di Stefano – C’è tanto fermento, ci sono nuove aziende agricole che nascono e investono in impianti peschicoli. Il Consorzio si è dato un ruolo istituzionale, stiamo approfondendo tutta una serie di problematiche del nostro territorio, da quelle infrastrutturali alla gestione delle acque irrigue. Vogliamo essere un punto di riferimento per i produttori associati e non solo. Siamo fiduciosi perché negli anni sono cresciute le produzioni e le aziende si sono strutturate. Io stesso ho iniziato l’attività a 14 anni, su un ettaro di terreno che mi era stato regalato da mio padre; ora ho 50 ettari dedicati alla Pesca di Leonforte Igp”.

Continua Di Stefano: “La nostra produzione è ecosostenibile, rispetta il territorio e quando si mangia una di queste pesche il sapore è eccezionale. Alleviamo il frutto con una cura maniacale, lo accarezziamo dieci volte nella sua vita e dall’insacchettamento alla raccolta tutto è manuale”.

Il nuovo consorzio è stato riconosciuto nell’aprile scorso e Rita Serafini, marchigiana di origine, romana di adozione e con un amore smisurato per la Sicilia, è la nuova direttrice. “Vogliamo valorizzare prodotto e territorio, uno non può essere disgiunto dall’altro – illustra – Partendo dal locale, arrivando al nazionale e poi ancora oltre i confini italiani, vogliamo far conoscere questa eccellenza”.

“Costruiremo una struttura snella, smart, efficiente, che abbracci e sviluppi contemporaneamente tutte le aree strategiche tipiche del consorzio – prosegue la direttrice – Quindi l’area della comunicazione e valorizzazione, implementando l’attività amministrativa, anche sul fronte della vigilanza e della tutela. Poi cura generale della denominazione: abbiamo in programma un aggiornamento del disciplinare di produzione. Mercato e cambiamenti climatici sono in continua evoluzione, non possiamo non avere un’attenzione particolare su questi temi. Saremo soddisfatti quando cresceremo ancora più velocemente – conclude Serafini – il mondo conoscerà la nostra pesca e verrà sul territorio per vederla di persona e scoprire come viene coltivata”.

by Alessandro Pignatelli per il corrieredelleconomia.it