Sono i provvedimenti adottati dal Gip di Gela, ed eseguiti da carabinieri, nei confronti di quattro indagati nell’ambito dell’inchiesta ‘Avaritia’ della locale Procura.
I reati ipotizzati a vario titolo sono corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, circonvenzione d’incapace, truffa, appropriazione indebita e riciclaggio. Tra i destinatari del provvedimento cautelare personale ci sono anche un sacerdote della Diocesi di Piazza Armerina e due consiglieri del Comune di Gela.
L’indagine si è mossa sulla gestione privata dell’Ipab “Aldisio”, che per circa un anno fu affidata alla società privata “Fenice”. Gli indagati sono i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Salvatore Scerra e Sandra Bennici, l’ingegnere Renato Mauro e don Giovanni Tandurella (parroco della cattedrale di Piazza Armerina), che fu alla guida dell’Ipab. Ulteriori particolari saranno forniti nel corso di una conferenza stampa che si terrà in procura. Ci sarebbero state irregolarità. Il commissario nominato dalla Regione, Giuseppe Lucisano, revocò tutti gli atti del rapporto privato, ritenendoli illegittimi. Furono avviate indagini.
Aggiornamenti:
Dalle investigazioni, allo stato, sono emersi episodi corruttivi in relazione alla illegittima cessione, agevolata da uno dei due consiglieri comunali, del citato istituto ad una società privata di Gela, operante nel settore dell’assistenza sanitaria per disabili, gestita da un imprenditore del luogo e dall’altro consigliere. In particolare, il sacerdote – legale rappresentante dell’istituto pubblico – senza osservare le procedure previste dalla normativa in materia di appalti pubblici, avrebbe svenduto la struttura, cedendola in locazione alla detta società privata, a un canone inferiore a quello di mercato, ottenendo in cambio favori di varia natura, nonché somme di denaro versate ad un suo congiunto.
Con il medesimo provvedimento è stato altresì disposto il sequestro preventivo di una unità immobiliare, del valore di circa 75 mila euro e di diversi conti correnti riferibili al sacerdote.