Nicosia. Destra, se ci sei, batti un colpo

Dopo aver analizzato le prodezze del Pd e quindi aver concentrato la nostra attenzione a sinistra, per par condicio è giusto girare lo sguardo dall’altra parte e quindi a destra. E anche qui, dopo esserci sincerati di non essere finiti nel deserto del Gobi (di nuovo il Sahara no… dobbiam far vedere che mastichiamo un po’ di Geografia), vediamo la situazione della destra a Nicosia. Essenzialmente il centro destra in Italia è principalmente formato da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. A Nicosia la Lega ha fatto la fine della bella addormentata nel bosco, solo che il principe azzurro (in questo caso il Salvini Verde) si è fermato a mangiare in una sagra di paese e manco sa dove si trova il bosco, Fratelli d’Italia forse è al più la Cover dei Gemelli Diversi e Forza Italia si sente a Nicosia solo quando ci sono i mondiali (ora manco ci siamo qualificati quindi neanche quello). Detto ciò qualcuno potrebbe affermare che la situazione è grave ma non è seria. Noi diciamo che la situazione è sia grave che seria. Mettendo a confronto questo articolo col precedente sul Pd, vediamo come il teatro partitico di Nicosia, alla vigilia delle elezioni regionali, è totalmente una tabula rasa. Tutto ciò è un chiaro sintomo di una disaffezione della cittadinanza alla politica più alta (mentre la politica comunale, nonostante tutto, è abbastanza partecipata), una disaffezione ai temi “grandi”, alle battaglie di democrazia e di libertà che si fanno aldilà del proprio orticello. A Nicosia la non esistenza, o comunque l’esistenza per sommi capi, dei partiti è una cosa grave e seria perché non esiste solo il Comune, dove vi sono anche battaglie infiammate durante le campagne amministrative (in cui a far da padrone sono state ultimamente le liste civiche), ma c’è bisogno di avere il coraggio di mettersi sotto ad una bandiera e di esprimere la propria idea, di condividere certi valori e di dare un contributo di progettualità, una visione più ampia. Questa è forse conseguenza del covid? Conseguenza, insomma, di averci condotti a chiuderci in noi stessi e a sentire molto lontani i problemi che affliggono ciò che va aldilà di casa nostra? Questi problemi inficiano anche noi stessi! La “malavoglia” e il disgusto che si sono creati in questi anni nei confronti della partitocrazia devono essere superati perché abbiamo bisogno del ritorno della dialettica, del ritorno al confronto, del ritorno di Destra e Sinistra che al momento sembrano riecheggiare solo in una celebre canzone di Gaber dal quale potremmo prendere una strofa e usarla per descrivere la situazione, una situazione in cui “al momento dove (sono) andat(e) non si sa, dove non si sa, dove non si sa”.
Alain Calò