Pnrr in provincia di Enna “spesa senza sviluppo” senza una strategia territoriale

Pnrr in provincia di Enna, “spesa senza sviluppo” senza una strategia territoriale
di Silvano Privitera


“Il finto sviluppo delle Madonie: in vent’anni via 11 mila persone”, e il titolo del reportage del quotidiano economico-finanziario Il Sole 24 ore del 4 marzo di quest’anno sull’area madonita in cui ricadono 21 comuni. In questa area, dove si sta sperimentando la strategia nazionale aree interne (snai). Secondo stime per difetto, in quest’area sono arrivati finanziamenti per 300 milioni di euro ma i suoi paesi sono in sofferenza. Molti abitanti di questi paesi montani si spostano verso il mare, ma la gran parte si sposta verso il Nord in cerca di lavoro e di opportunità e non è disposta a tornare. “Qualcosa non è andato nel verso giusto in tutti questi anni (2002 e 2021) e quello delle Madonie appare oramai un territorio in cui si concretizza la definizione spesa senza sviluppo”, leggiamo nel reportage dei Il Sole 24 Ore. Quello che accade da vent’anni in quest’area dà, in buona misura, ragione ai due economisti della Banca d’Italia, Bruno Leoni e Antonio Accetturo e Guido De Blasio, che nel loro libro “Morire di aiuti”, che le politiche di sviluppo locale non sono state efficaci e probabilmente hanno aggravato un situazione già deteriorata. “Un elemento che ha contraddistinto molte delle politiche economiche per lo sviluppo è il loro distacco da quella che può definirsi un’analisi economica preliminare robusta”, sostengo i due economisti della Banca d’Italia. Dall’articolo di Rita Palidda, sociologa dell’economia, su Avola, contenuto nella Newsletter della rivista “il Mulino”, ci sono altri spunti di riflessione utili a capire quello che è accaduto negli ultimi 20 anni e sta accadendo nell’area ennese con le politiche economiche di sviluppo locale. Su Avola, che andrà ad eleggere il nuovo sindaco nelle elezioni amministrative del 12 giugno come alcuni comuni dell’ennese, Palidda scrive: “Non c’è da stupirsi, dunque, che la popolazione presenti le stesse tendenze demografiche negative di quella nazionale e regionale: saldo migratorio negativo, calo della natalità, invecchiamento della popolazione e della forza lavoro. Eppure, la percezione sociale e l’immagine che le leadership politiche offrono della città non sembra affatto drammatica. La ragione è che, nel sottoequilibrio economico fondato sulle risorse provenienti da un’agricoltura in declino, dai trasferimenti pubblici e dal terziario, il boom del turismo degli ultimi anni è sembrato il volano risolutivo per un futuro di sviluppo”. Anche le leadership politiche dell’ennese offrono la stessa percezione e la stessa immagine dei loro comuni. Ma così non si va molto lontano! Le risorse ci sono (Pnrr e Snai, per citarne alcune), ma quella che manca è una strategia territoriale unificante. Le amministrazioni locali hanno mostrato di non aver la volontà e l’attitudine ad elaborarla. Tra i 20 comuni non ce n’è uno che abbia l’autorevolezza e la forza per poter svolgere un ruolo di guida dal punto di vista politico, economico, sociale e culturale. Come se ciò non bastasse, neppure nel tessuto socio-economico di questi comuni ci sono associazioni, istituzioni culturali, organismi di rappresentanza degli interessi economici che abbiano la forza e le capacità persuasive per spingere le istituzioni pubbliche locali a mettesi insieme e darsi da fare seriamente per elaborarla questa strategia, che non è un semplice elenco di opere pubbliche.