La provincia di Enna si è DEGRILLINIZZATA


Si è consumato lo strappo di Di Maio. E si spera che finalmente questo sia l’ultimo atto di vita di un’esperienza politica che ha scritto le peggiori pagine della recentissima storia d’Italia. Ma anche le peggiori esperienze servono a qualcosa: moniti alle generazioni future affinché non si ripeta quello che è successo. Mai più (si spera) quindi che si parli alla pancia del cittadino ubriacandolo di false promesse, false illusioni (onestà e coerenza in primis). Mai più (si spera) un’accozzaglia di persone che cerca di aprire il Nostro Parlamento come una “scatoletta di tonno” senza mai averci spiegato che il sostituto al tonno è qualche pesce avariato made in China. E mai più che si faccia leva sulle speranze della povera gente e vedere la politica non come l’arte di ben amministrare ma solo come un ascensore sociale. Detto ciò, e sperando di aver finalmente fatto il de profundis a questo partito, guardiamo avanti. Aldilà di tutto bisogna ammettere una cosa: mai, negli anni che siamo stati attenti osservatori, ci era capitato di imbatterci in una sorte di fede “mistica” (meglio dire fanatismo) nei confronti di un partito. Ogni volta che sollevavamo dei dubbi giù ad offenderci anche in maniera pesante. E già da lì abbiamo capito che pericolo stava correndo la nostra società. Però questa gente “fanatica” ci fa anche un po’ pena non tanto perché è caduta in questa morsa, ma perché per caderci vuol dire che ci crede e ci ha creduto veramente. E questo crederci veramente ha portato la provincia di Enna a tingerci negli anni passato quasi totalmente di giallo grillino con l’elezione di una deputata regionale, un deputato nazionale e un senatore. Oggi nessuno dei tre fa più parte del Movimento 5 stelle. Sulla deputata regionale abbiamo effettuato le nostre valutazioni (ovviamente non pretendiamo di essere la Verità assoluta ma in uno Stato liberal democratico ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero) e quindi non vi tedieremo oltre. Ciò che è notizia fresca fresca è il passaggio verso il nuovo soggetto politico fondato da Di Maio di Giarrizzo e Trentacoste. Intanto suggeriamo a Di Maio di fare la convention fondativa del partito a Enna (specifichiamo che si trova in Sicilia, dati i trascorsi geografici non molto felici del Ministro) perché forse la provincia ennese ha il primato di essere passata da totalmente grillina a non grillina in pochissimo tempo. Ma veniamo ai nostri Giarrizzo e Trentacoste che negli anni si sono molto molto molto impegnati per il territorio (il Senatore, ad esempio, ha fatto un intervento sulle mandorle! E guai a dire che non è una cosa utile con il tasso di disoccupazione che c’è in provincia e l’esodo giovanile). Però sia il Senatore Trentacoste che il Deputato Giarrizzo sono saliti tra le fila di un movimento che oltre ad urlare onestà e coerenza, proprio in nome della coerenza ha fatto una crociata sul fatto che i vari “saltimbanchi” (ovvero coloro che cambiano casacca) avrebbero dovuto dimettersi nel momento in cui avrebbero lasciato il Movimento. Bè, a questo punto non tanto per noi (la nostra crociata contro il movimento è ormai storica quindi non ci impressioniamo), ma per quanti hanno creduto a queste favolette, che voi vi dimettiate. Abbiamo visto il fanatismo, e se non vi piace questa parola chiamiamola “fede sfrenata”, di chi vi ha votato, e non ha votato certamente voi quanto quel Simbolo (perché nessuno, praticamente, vi conosceva). È per questo motivo, se avete rispetto dei vostri elettori, di dimettervi. Ora direte che la Costituzione vi permette di “cambiare casacca” non essendoci il vincolo di mandato. Vero: noi siamo tifosi della mancanza di vincolo di mandato perché nella vita si può cambiare opinione perché si “cresce”. Ma voi che siete saliti tra le file di un partito che avrebbe dovuto abolire quel vincolo, e quindi voi avete creduto fermamente a quella proposta liberticida (ce ne sono tante altre), ora che i nodi sono arrivati al pettine, dovreste dimettervi. Poi va bene, qualcuno ci taccerà, in maniera molto onorevole di avere “toni da maestrina acida” o che non informiamo “degnamente” (espressioni tipiche di chi ha ben pochi elementi per argomentare un discorso). Noi ci teniamo questi toni e abbiamo sempre degnamente sollevato dubbi infischiandocene delle mode. A voi resta di non aver compreso che, come tutti gli strappi “di palazzo”, sono stati solo spostati nomi e non elettori che fra qualche mese, finalmente, potranno esercitare il loro diritto di voto e quindi valutazione del vostro operato. Ci vediamo a quell’appuntamento e poi vedremo chi aveva ragione.
Alain Calò
NB: CINQUE STELLE, QUATTRO SOLDI – LA SCISSIONE DI LUIGI DI MAIO COSTERÀ CARA A CONTE: IL MINISTRO DEGLI ESTERI SI PORTERÀ VIA UN TESORETTO CHE PUÒ ARRIVARE A 4 MILIONI IN TOTALE. IL MOVIMENTO DOVRÀ INFATTI DIVIDERE CON “INSIEME PER IL FUTURO” I FONDI GARANTITI AL GRUPPO PARLAMENTARE: AL NUOVO PARTITO DI DI MAIO SPETTERANNO 2,3 MILIONI ALLA CAMERA E 770MILA EURO AL SENATO. A QUESTI VANNO AGGIUNTI I MANCATI VERSAMENTI DEI PARLAMENTARI (12MILA EURO ALL’ANNO CIASCUNO)