Fabio Venezia vince le primarie del PD. Il sindaco che lotta la mafia e mette in pratica la legalità

È Fabio Venezia il vincitore delle primarie del PD in provincia di Enna, per le elezioni regionali siciliane 2022.

Per lui hanno votato quasi 10.000 persone, sui circa 15.800 votanti complessivi, concedendogli una stracciante vittoria sugli avversari Giuseppe Arena e Filippo Miroddi. Il popolo ennese, e quello troinese, in particolare, danno fiducia a Venezia, che in questi anni ha contribuito a una forte crescita del suo territorio, e che ora punta alla Regione.

“Un risultato inaspettato e al di sopra di ogni più rosea previsione, afferma Fabio Venezia, conseguenza di una straordinaria mobilitazione che ha coinvolto tantissime persone, che con entusiasmo, hanno riscoperto il valore della buona politica”.

Fabio Venezia è uno dei sindaci più attivi di Sicilia, sotto scorta dal 2014 per aver contribuito a combattere la mafia dei pascoli ed aver tolto numerosi ettari di terreno ai mafiosi, racconta la sua storia e la visione del futuro. Nove anni fa ha assunto la sua prima carica elettiva di rilievo. Chi era il Fabio Venezia di 10 anni fa, che si candidava quale sindaco di una città dell’entroterra siciliano, spesso dimenticato dalla politica, e chi è il Fabio Venezia di oggi?

Fabio Venezia dieci anni fa era un giovane animato da passione civile, entusiasmo e voglia di fare che si metteva in discussione per la propria comunità. Non so quale sia la percezione adesso di me stesso, ma rimane sempre la stessa voglia di impegnarsi per migliorare il territorio. Magari con un po’ di esperienza in più e con una visione più matura della nostra società.

Com’è cambiata Troina da quando lei è Sindaco e qual è il rammarico, se c’è, di lasciare questo incarico?

Amministrare una città e contribuire attivamente a cambiarla è la più grande soddisfazione per chi fa politica. Mi sento molto legato alla mia comunità, che in questi anni mi ha dato tanto e mi è stata vicina nei momenti più difficili. Tanti cittadini sono rammaricati del fatto che fra un anno finisca il mio secondo mandato e questo mi riempie di orgoglio perché non sempre si crea questa “connessione sentimentale” tra chi amministra e i propri concittadini. Per il resto non sta a me dire quanto sia cambiata Troina in questi anni. Quanto realizzato e quanto è in corso di realizzazione è sotto gli occhi di tutti e sono contento che i cittadini lo percepiscano concretamente.

La pandemia da covid19 ha condizionato negli ultimi due anni la vita di tutti. E’ noto che lei è stato colpito anche personalmente dalla malattia, ma più in generale, come ha condizionato la vita amministrativa dell’ente?

Sono stati anni difficili e complessi che hanno segnato profondamente la nostra comunità, dallo stile di vita dei cittadini all’economia del territorio. Ricordo perfettamente quando ci siamo trovati, in occasione della prima ondata, a combattere a mani nude contro un nemico invisibile. Furono i giorni più difficili della mia vita. Prendere in quelle ore una decisione sbagliata avrebbe potuto compromettere la vita di tante persone fragili. Ricordo che la scelta di requisire di un intero hotel per evitare che il contagio si potesse allargare all’intera comunità venne inizialmente molto criticato e alcuni mi volevano denunciarmi per sequestro di persona. Per fortuna dopo alcuni giorni tutti compresero che quella fu una scelta difficile ma necessaria per mettere il salvo la comunità.

Si è spesso parlato dei boschi di proprietà del comune di Troina come risorsa per lo sviluppo del territorio. A seguito della riassegnazione dei lotti di terreno dopo lo scioglimento dei contratti preesistenti, che entità ha avuto il vantaggio economico per l’ente?

Quella impegnativa battaglia ci ha consentito di recuperare alla collettività migliaia di ettari di terreni demaniali che adesso rappresentano una grande risorsa per il futuro del nostro territorio. E’ nata la più grande azienda agricola pubblica italiana che dà attualmente lavoro a 10 giovani e che ci sta consentendo di valorizzare i nostri boschi anche dal punto di vista turistico. Con i progetti che stiamo portando avanti insieme ai miei collaboratori contiamo di dare lavoro a circa 60 giovani del territorio.

Cosa significa legalità?

Al di là delle definizioni canoniche per me significa rispetto delle persone e delle cose; significa combattere i soprusi e le ingiustizie.

Quanto è difficile essere un rappresentante della legalità?

E’ molto complicato perché non si può solo predicare ogni giorno la legalità, ma occorre metterla in pratica con rigore e impegno. Dobbiamo sfuggire dalle mitizzazioni dell’antimafia, dalle tentazioni della solita retorica legalitaria. Siamo uomini come tutti gli altri, non scevri da errori e sottovalutazioni.

Se potesse, quali sono gli errori, se ne ha fatti, che non rifarebbe?

L’elenco sarebbe probabilmente lungo. Chi opera e chi ogni giorno è costretto a prendere delle decisioni compie inevitabilmente degli errori; l’importante è che siano in buona fede.

Dove si vede fra 10 anni?

Vorrei ritornare ad occuparmi a tempo pieno di ricerca storica all’università, anche se la passione politica mi continua a travolge.

Le sue scelte politiche, hanno inevitabilmente condizionato la sua vita personale. Come ha vissuto questa cosa e come l’ha vissuta la sua famiglia?

Ho la fortuna di vivere in un contesto familiare che ha sempre accettato le mie scelte, anche le più difficili. E tutto ciò ha inevitabilmente condizionato la mia vita privata  e quella della mia famiglia.

Cosa significa essere sotto scorta?

E’ un’esperienza molto forte, difficile da accettare. E’ una vita fatta di rinunce e privazioni. Perdere la libertà personale, non potersi muovere liberamente, non poter uscire serenamente con i propri figli, convivere con la paura di essere colpiti da un momento all’altro non è una cosa semplice da accettare non solo per me ma anche per chi mi sta accanto.

La vicenda Oasi. Le accuse mosse da Volante sono pesanti, cosa pensa a riguardo?

L’Oasi ha sempre operato per il bene dei disabili e della collettività. Sono certo che la magistratura, come in passato, farà piena luce rispetto a queste accuse ridando serenità alla struttura sanitaria. Una cosa però è certa: un’eccellenza sanitaria come l’Oasi non può diventare bottino di guerra della politica. Quest’ultima si deve limitare a controllare come vengono spesi i soldi e la qualità dei servizi sanitari offerti alla collettività.

Quali sono gli obiettivi che si prefigge di raggiungere con questa candidatura a livello regionale?

Dopo anni di intenso lavoro amministrativo nella mia comunità vorrei mettere a disposizione di un territorio più ampio l’esperienza maturata per costruire un modello di sviluppo virtuoso partendo dalle tante risorse che abbiamo in un contesto in cui la politica negli ultimi tempi si è ridotta solo alla gestione dell’ordinario, alle clientele spicciole e al disbrigo pratiche.

Perchè dovremmo votare per Fabio Venezia alle regionali 2022?

Non ho promesse da fare né tantomeno illusioni da creare. Non ho né padrini né padroni, ne tantomeno gruppi di potere che mi sostengono. Ho solo il generoso supporto di tanti cittadini che non hanno perso la speranza di un cambiamento vero e concreto. Consegno al giudizio degli elettori quanto in questi anni ho realizzato e la testimonianza che ancora c’è spazio per la buona politica, quella fatta di genuino impegno e passione civile.

Sandra La Fico