Crisi politica a Valguarnera. Il PEF viene bocciato in Aula e come conseguenza la sindaca ritira le deleghe al proprio vice

Crisi politica a Valguarnera: il Piano Economico finanziario è stato bocciato ieri sera giovedì dal Consiglio comunale e stamane venerdì, come primo atto, la sindaca Francesca Draià dà il benservito al vicesindaco Filippo Camiolo, ritirandogli le deleghe. Risultato della votazione sul PEF: 3 a favore, Capuano, Auzzino e Pecora; 4 astenuti tutti della maggioranza consiliare, D’Angelo, Telaro, Bonanno e Scozzarella; tre contrari, Speranza, Bruno e Greco. Che il tema legato ai rifiuti fosse tanto delicato lo si sapeva, ma che si potesse arrivare ad una accelerazione tale da innescare una crisi politica, ritirando la delega al vicesindaco, riferimento della consigliera Filippa D’Angelo, non era per nulla prevedibile. Di certo, il consiglio comunale di ieri sera ha certificato o meglio ancora confermato, che la maggioranza consiliare, la sindaca Draià non ce l’ha più. Al momento su 8 consiglieri di maggioranza, in base al voto di ieri sera, può contare sui consiglieri Capuano, Auzzino, Pecora e Draià con i primi tre che hanno votato a favore, mentre il quarto era assente. Da decifrare meglio in futuro le posizioni dei consiglieri D’Angelo, Bonanno, Telaro e del presidente Scozzarella, che con la loro astensione hanno di fatto certificato l’apertura della crisi. Se si sia trattato solo di un fatto inerente al PEF o di malcontento generale (che germoglia da tempo) lo si vedrà prossimamente, di certo il ritiro delle deleghe al proprio vicesindaco costituisce senza ombra di dubbio un punto di rottura. Queste le motivazioni della Draià nel decreto a propria firma: “Considerato che è venuto meno il rapporto collaborativo tra la Giunta e l’assessore Camiolo, viene a mancare altresì l’univocità della linea politica amministrativa, evento che può essere di ostacolo alla serena prosecuzione dell’attività di governo di questa Giunta comunale”. Banco di prova importante per la tenuta sia della Giunta che del Consiglio Comunale, saranno prossimamente l’approvazione del Rendiconto finanziario 2021 sanzionato assieme a quello del 2019 e 2020 dalla Corte dei Conti nonché l’approvazione del Bilancio di previsione 2022 che se non viene approvato entro il 31 luglio si rischia lo scioglimento. Tornando Piano economico finanziario, che ci fossero diverse criticità già lo si sapeva. Per il consigliere di opposizione Speranza infatti, sia l’ufficio tecnico che la Giunta non hanno provveduto ad aggiornare la riduzione del costo del servizio rifiuti, pari al ribasso con il quale è stato conferito l’appalto di servizio alla ditta Traina, adempimento che avrebbe determinato la riduzione del costo del piano pari al 9%, costi che inciderebbero per circa 62 mila euro. Costi inoltre che non sono stati eliminati come quello del mancato utilizzo della spazzatrice, al costo di pulizia e di decespugliamento delle tre ville comunali previsti entrambi nel capitolato e che il cui costo ammonta a 30 mila euro annui. Nel contratto d’appalto risultato previste inoltre una serie di attività tra cui il lavaggio strade che non è stato mai effettuato. “Il voto contrario oltre a quanto suesposto- specifica Speranza- viene motivato dal fatto che la modifica del capitolato d’appalto è stato effettuato su indicazione della ditta Traina ed accolta dall’ufficio tecnico e della Giunta senza indicazione politica da parte dell’organo competente, il Consiglio comunale”. Per Angelo Bruno del PD: “Ieri sera non solo io, ma la maggior parte dei colleghi consiglieri abbiamo evidenziato che la bolletta dei rifiuti è sempre più cara; che la città è sempre più sporca; che la spazzatrice meccanica non è stata mai utilizzata; che il lavaggio strade è inesistente: Stesso tenore da parte della consigliera Greco della nuova DC che ha evidenziato come il paese nonostante l’alto costo della Tari, è sempre più sporco.
Rino Caltagirone