
Le buste di plastica, di cui ancora si fa uso nonostante siano state bandite, si possono riutilizzare in tanti modi, evitando così di buttarle nella spazzatura. Come questo sia possibile ce l’ha spiegato e dimostrato un’anziana signora di 78 anni, molto riservata e schiva, a condizione di non riportare il suo nome e cognome perché non le piace apparire. Ci ha fatto vedere delle borse all’uncinetto e delle piantine contenute in vasetti realizzate utilizzando le buste di plastica. Non le fa per venderle, ma per passarsi il tempo e per regalarle a parenti ed amici. Fare delle borse all’uncinetto non è semplice, richiede una notevole competenza. “Per prima cosa, bisogna ridurre le buste di plastica in filamenti simili ai fili di un gomitolo di lana”, ci spiega l’anziana signora. E’ un lavoro che può apparire semplice da fare. Ma non è così semplice, perché i filamenti devono essere sottili e regolari. Ci vogliono occhi e mani ben addestrati per ridurre le buste di plastica in filamenti senza imperfezioni per essere facilmente lavorati all’uncinetto. “Per realizzare le borse all’uncinetto, utilizzo la tecnica del punto basso, che è il punto più semplice dalla lavorazione all’uncinetto e il più adatto per creare un tessuto buono per accessori consistenti e strutturati come le borse e i cestini”, ha aggiunto l’anziana troinese. Le abbiamo chiesto quando e dove ha imparato a lavorare all’uncinetto. Come molte donne delle sua età, da bambina, quando ancora frequentava la scuola elementare, durante le vacanze estive, andava dalla sarta per imparare a cucire. “Tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50, la scuola dell’obbligo si fermava alle elementari ed era pratica diffusa nelle famiglie di mandare a bottega di falegnami, fabbri, calzolai i maschietti per apprendere un mestiere e le femminucce dalla sarta”, ricorda l’anziana troinese. Dalla ricamatrice c’è andata alcuni anni dopo aver finito le scuole elementari, quando era già una signorinella. “Erano tempi in cui il corredo di una sposa non si acquistava al negozio, ma lo si confezionava in casa anno dopo anno fino alle nozze con le proprie mani dopo essere stata a bottega dalla ricamatrice”, ci ha raccontato l’anziana ricamatrice, una delle poche superstiti di quell’artigianato femminile troinese di valore in via di estinzione. E lei, come tante altre donne troinesi della sua età, il suo corredo da sposa se lo fece con le sue mani lavorando all’uncinetto, come oggi fa le borse all’uncinetto con i filamenti di plastica.
Silvano Privitera