Aidone: dopo dimissioni Sindaco saranno proposte le dimissioni agli altri consiglieri comunali, firmatari della sfiducia

Aidone. Il dott. Sebastiano Chiarenza ha rassegnato le dimissioni dalla carica di Sindaco di Aidone, mercoledì 31 agosto. Giungono a distanza di 10 giorni dalla presentazione della mozione di sfiducia, sottoscritta da otto consiglieri, dei quali quattro appartenenti all’ex maggioranza. Le dimissioni arrivano, forse, inaspettate, perché si riteneva che il Primo cittadino sarebbe andato in aula a difendere, a spada tratta, il triennio di attività politico/amministrativa. Chiarenza ha vinto le amministrative del 2019, con il 44,35%, rispetto al secondo classificato: il sindaco uscente Vincenzo Lacchiana (27%) del cui governo cittadino, Chiarenza, per un periodo, era stato Presidente del consiglio, poi dimissionario. “Progetto Aidone”, la lista civica di Chiarenza. era risultata nettamente vincitrice grazie ad una forte coalizione, con vecchi e nuovi volti della politica cittadina, unita sul vasto programma. Le prime spaccature, nella maggioranza, si sono viste a luglio 2020, quando la consigliera Carmela Minincleri, espressione della vicesindaca Serena Schillirò, defenestrata, dopo appena un anno, ha dichiarato la sua indipendenza. A marzo 2021, è stata la vicepresidente del consiglio comunale Maria Pina Pittà ad uscire dalla maggioranza. Poi, è stata la volta del consigliere Antonio Randazzo (dicembre 2021) e, infine, dopo qualche mese, Flavio Rizzo, il consigliere più votato (250 voti), della lista “Progetto Aidone” a passare all’opposizione. Il 22 agosto scorso, preannunciata il 10 agosto scorso con un manifesto pubblico, è stata presentata la mozione di sfiducia al Sindaco, firmata dai quattro consiglieri del gruppo politico “Per Aidone” che siedono tra banchi di opposizione: Testa, Gangi, Lombardo e Mendola, e dai quattro ex alleati. Le dimissioni del Sindaco, per legge, diventano efficaci ed irrevocabili trascorsi venti giorni dalla presentazione. Dichiara il capogruppo di opposizione (Per Aidone) Stefano Mendola: “Da molto tempo, abbiamo chiesto, le dimissioni di Chiarenza. Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti a nostra disposizione per rimuovere il Sindaco peggiore di tutti i tempi che insieme alla destra aidonese mettono la firma a questo sfascio. Per la verità il precedente di “Schettino” sul disastro dell’isola del Giglio, farebbe pensare ad un abbandono, ad una fuga, in questo caso, va via per evitare il confronto politico sui suoi fallimenti. I mesi di commissariamento serviranno a mettere a posto i ritardi e le criticità che Chiarenza e compagnia hanno determinato: il ritardo legato all’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato ed è quello che ci preoccupa di più poiché finché non si approva, non si potrà vedere la via d’uscita dal tunnel del “Fallimento” dove la scelta miope di Chiarenza e la destra aidonese ci ha portato”. Con le dimissioni del Sindaco, la Giunta comunale (vice sindaco e assessori) rimarrà in carica fino all’insediamento del Commissario straordinario. Il Consiglio comunale, invece, eserciterà le proprie funzioni sino alle nuove elezioni. Prosegue Mendola:” Proporrò le dimissioni agli altri consiglieri comunali, firmatari della sfiducia, per chiudere definitivamente questa fallimentare esperienza, perché non ha senso sposare le scelte sbagliate dell’amministrazione, mi riferisco all’argomento spinoso della gestione finanziaria. Noi non approveremo mai il Piano di equilibrio ideato da questi dilettanti coerentemente con quanto sostenuto in consiglio nell’arco di questi anni”. Nel frattempo, farà il suo naturale corso la mozione di sfiducia presentata. La sua discussione in aula va fatta non prima del 10^ giorno dalla sua presentazione e non oltre il 30^, il che vuol dire che il Presidente del consiglio Curìa dovrebbe portarla in aula non oltre il 21 prossimo, in coincidenza, o quasi, con i 20 giorni dati, per legge, al Sindaco, per un eventuale ripensamento sulle dimissioni presentate. Nei prossimi giorni, il Primo cittadino renderà note le motivazioni sulla decisione di rassegnare le dimissioni.
Angela Rita Palermo