Valguarnera: consigliera D’Angelo abbandona maggioranza accusando la sindaca Draià di arroganza e spregiudicatezza

Valguarnera. La consigliera D’Angelo, la più votata alle scorse elezioni amministrative con quasi 800 voti abbandona il gruppo di maggioranza e si dichiara indipendente. Ad affermarlo, (ma era nell’aria) in una lunga missiva letta in Consiglio comunale. Quel rapporto solido e fiduciario costruito tra le due esponenti si è definitivamente rotto. O almeno così è ad oggi. Certo è, che la maggioranza si è completamente sfaldata, non è la prima la D’Angelo a prendere le distanze dalla sindaca, prima di lei ci sono stati altri consiglieri che si sono dichiarati indipendenti o sono a tutt’oggi in una fase di stallo o di rottura. Tanto che la voce della presentazione in Consiglio di una mozione di “sfiducia” serpeggia sempre più insistentemente. Pesantissime le accuse mosse dalla D’Angelo alla sindaca Draià, in cui parla di autocrazia, spregiudicatezza, arroganza, prepotenza e di gestione dell’Ente ad esclusiva conduzione familiare: “A due anni dalle elezioni sento dentro di me un grande senso di impotenza e insoddisfazione- scrive la consigliera D’Angelo-. Una sensazione di amarezza dovuta alle molteplici vicende, fatti ed atteggiamenti in generale, che si sono imposti durante questo primo periodo di mandato. Un periodo caratterizzato da mezze decisioni, da Giunte comunali dalla falsa apparenza tecnico-politica, dalle nomine di consulenti o atti amministrativi mai condivisi, da un ufficio tecnico tuttofare, dalla mancata (intenzionale) collaborazione con i consiglieri di maggioranza. così come si era parlato e deciso più volte alle nostre prime riunioni dopo le elezioni. Eppure, in queste riunioni, si parlava di voler rompere gli schemi, ricordo ancora le parole del Sindaco quando diceva che dovevamo dare un segnale forte ai cittadini e creare un taglio netto col passato. Ebbene, io tutto questo, non l’ho ancora visto. Ciò che ad oggi vedo, e lo dico con enorme rammarico- continua- non è altro che una forma di autocrazia, un modello di gestione amministrativa a conduzione “familiare”, ma di questa famiglia non fanno certo parte i Consiglieri comunali, credo che non facciano parte neanche gli Assessori ai quali, a fine mandato, rimarrà solo l’ingiuria di aver ricoperto quel ruolo, che tanto importante sarebbe se solo gli fosse data libertà e fiducia nell’espletarlo. Ancora peggio è la totale divergenza dagli impegni assunti con i cittadini indicati nel nostro programma elettorale, in ragione di una maniera di amministrare che, e vorrei ricordarmene, mai si ricordi nella nostra comunità. E neanche va sottaciuta la gestione dei rapporti comunali tra Amministrazione e Consiglio comunale. Esprimo oggi, in questo Consiglio comunale, la mia volontà di allontanarmi dal gruppo di maggioranza, quella maggioranza che è rimasta, ma soprattutto dal Sindaco perché quel contributo che avrei voluto dare e che resto sempre pronto a dare, non si sta concretizzando nel modo in cui io lo avevo immaginato.” Ed infine rincara la dose parlando di aver trasformato il Comune in un’azienda privata e di aver perseguito una politica spregiudicata e “ad personam”. “Alea iacta est. Le conclusioni le ho tratte insieme ai miei sostenitori e agli elettori che, quasi rammaricati, mi hanno spinto a disconoscere, distanziarmi e distinguermi da una linea politica tracciata in maniera oclocratica, svilendo e sminuendo quella democrazia a cui tutti noi rimaniamo aggrappati. Questa forma di oclocrazia spregiudicata e interessata ha creato dinamiche sociali divisive e politicamente volgari. Questo modus aggressivo e di attaccare e difendersi in realtà nasconde lo scopo personale dell’ opportunità e della carriera. Una domanda la porrei, ossia come mai nel corso dei due mandati ha avuto liti e divisioni con la stessa maggioranza? Quando una cameriera cambia sette “padroni” non sono cattivi i padroni ma la stessa cameriera dovrebbe fare un esame di coscienza. Egregio Sindaco hai tradito me e chi attraverso il consenso datomi ti ha votato e sostenuto. Io Valguarnera la porto nel cuore, ma non porto nel cuore la tua carriera politica, quella politica ad personam, hai trasformato il fare politica in un’azienda privata e io non posso assecondare questa maniera di fare politica, io non svendo la fiducia dei miei elettori e dei miei sostenitori. Che fine farà la nostra comunità visto che lei egregio Sindaco sta litigando, personalmente, con tutti gli esponenti politici diversi dal suo gruppo mi preoccupa, questo isolamento politico è a discapito della comunità, come a discapito della comunità è la mancanza di considerazione e rispetto dei Consiglieri comunali, anche di opposizione, con i quali il dialogo va offerto nel pieno rispetto della libertà, del confronto e della democrazia che dovrebbe regnare sovrana in un’aula istituzionale. Io oggi, dopo aver metabolizzato tutto quello che è accaduto e sta accadendo, interrompo i rapporti da chi, con arroganza e prepotenza, tenta di governare e amministrare il paese e, con garbo e scusandomi con la comunità valguarnerese che ogni giorno si sveglia sempre più divisa, confermo- conclude la lettera- la mia decisione di rendermi indipendente dalla maggioranza rimasta in aula e dal Sindaco, questo è un ritaglio di libertà che, sono certa, gioverà anche sul compito che un consigliere è chiamato a svolgere nei confronti dei cittadini e nel pieno rispetto dei miei elettori, che suo malgrado Sindaco, non è riuscita a togliermi”.
Rino Caltagirone