Istituto Alcide Cervi sottoscrive Carta di Troina su domini collettivi e manifesta solidarietà a Comune e Azienda Silvo-Pastorale per attentati incendiari ai boschi demaniali

L’Istituto Alcide Cervi ha sottoscritto la Carta di Troina, che è stata elaborata nella edizione speciale di quest’anno della “Scuola di paesaggio Emilio Sereni” svoltasi a Troina dal 7 al 10 settembre. Al centro dell’edizione di quest’anno della scuola di paesaggio c’erano gli usi civici e i beni comuni intesi come paesaggi collettivi e risorsa per lo sviluppo. L’ha organizzata l’Istituto Cervi in collaborazione con il Comune di Troina e con la partecipazione dell’Università di Catania. La direzione scientifica di questa importante edizione speciale è stata affidata a Fausto Carmelo Nigrelli dell’Università di Catania, Rossano Pazzagli dell’Università del Molise, direttore della Scuola di paesaggio Emilio Sereni, Gabriella Bonini, responsabile scientifico della Biblioteca Archivio Emilio Sereni, e Anna Sereni, componente del Comitato scientifico dell’Istituto Alcide Cervi. Hanno frequentato la scuola 38 studenti universitari, dipendenti della pubblica amministrazione, professionisti e cittadini interessati al tema degli usi civici e beni comuni provenienti da diverse parti d’Italia. Tra i numerosi relatori, oltre a docenti di diverse università italiane, c’erano anche i rappresentanti di proprietà collettive e gestioni comuni. Sono due le ragioni che hanno condotto l’Istituto Alcide Cervi a scegliere gli usi civici e i beni comuni come tema e Troina come sede dell’edizione 2022 della scuola di paesaggio. E’ un tema di grande attualità “in un momento di crisi ambientale segnato anche dagli effetti distruttivi, sia sul piano socio-economico sia su quello propriamente ambientale e paesaggistico, dell’individualismo economico e dell’uso e abuso delle risorse territoriali”. Sostiene inoltre l’Istituto Alcide Cervi che “le proprietà collettive e gli usi civici hanno rappresentato storicamente strumenti utili a coniugare ambiente ed economia, uso e tutela delle risorse, equità sociale e benessere collettivo”. Troina è stata scelta come sede dell’edizione speciale sugli usi civi e beni comuni perché ‘l’amministrazione comunale porta avanti da quasi un decennio un’azione volta a “sottrarre 4200 ettari di bosco sui Nebrodi al controllo mafioso per attivare una gestione del patrimonio pubblico improntata alla sostenibilità, dando occupazione alla comunità e rinsaldando il suo legame con il territorio”. Il consiglio di amministrazione dell’Istituto Alcide Cervi, nella riunione del 14 settembre, ha espresso la sua solidarietà al Comune di Troina e all’Azienda Speciale Silvo-Pastorale, organismo strumentale del Comune che gestisce i 4200 ettari di bosco del demanio comunale, per “gli attentati incendiari che hanno riguardato i boschi di Troina mettendo in pericolo parte di questo grande patrimonio agro-forestale pubblico”, mentre i partecipanti alla scuola stavano elaborando la Carta di Troina sulle proprietà collettive per lo sviluppo locale. Nella Carta di Troina c’è scritto che “i domini pubblici, ovvero le proprietà collettive in tutte le sue forme, possono essere strumenti da recuperare, attivare o riattivare per innescare processi di sviluppo locale in particolare nelle aree interne e nella montagna, nell’ottica di un mutamento radicale del modello di sviluppo”. Tra elaborazione della Carta di Troina e gli incendi nei boschi, al momento, non sono riscontabili elementi che possano far pensare all’esistenza di una nesso di causalità diretta, ma la coincidenza è veramente singolare e assume un significato simbolico. L’Istituto Alcide Cervi, assieme agli altri sottoscrittori della Carta di Troina, s’impegna impegnerà “a promuovere e comunicare il valore, le potenzialità, le opportunità di questi patrimoni nel quadro di uno sviluppo sostenibile integrato, ad attivare forme di sperimentazione, studi e ricerche non solo per la rinascita di questi territori marginali, ma per contribuire alla salvaguardia del pianeta, al contrasto alla crisi climatica, al perseguimento degli equilibri ecologici e alla valorizzazione della biodiversità”.
Silvano Privitera