Troina fu un’importante città greca

Un muro dell’età ellenistica, rappresenta la pietra miliare su cui si fonda la straordinaria scoperta della quinta campagna di scavi archeologici a Troina. E che colloca la città, ad un ruolo fondamentale nel contesto storico-sociale dell’epoca.

La campagna di scavi, inserita nel progetto “Archeo Troina”, iniziata il 27 agosto, diretta dalla professoressa Caterina Ingoglia, docente di Metodologia della ricerca archeologica dell’Università di Messina, con la collaborazione del dottor Lorenzo Zurla e in convenzione col Parco Archeologico di Morgantina e Villa Romana del Casale, riguarda la zona della Catena, situata a valle del quartiere Corso, e che si conclude oggi.

Gli scavi raccontano le origini di Troina e la sua storia, attraverso stratificazioni delle proprie dominazioni, che vanno dell’età ellenistica fino al XVI sec., passando per quella romana e bizantina.

“Contrariamente a quello che è avvenuto con gli scavi di decenni passati, spiega la professoressa, abbiamo intercettato resti che appartengono a tante epoche della storia di Troina. Abbiano una prima occupazione da parte dell’uomo, dell’età ellenistica, molto importante, che ci è testimoniata da un muro imponente, purtroppo in condizioni frammentate, perché continua sotto le case e perché quando cessò di vivere con la sua funzione originaria, fu sottoposto a numerose spoliazioni da parte di chi è venuto dopo. Il muro doveva appartenere ad un edificio monumentale, ma al momento, non siamo assolutamente in grado di dire a quale edificio appartenesse”.

Che la città abbia avuto un ruolo fondamentale nella storia è risaputo. In città si svolse la famosa “Battaglia di Troina”, nella seconda guerra mondiale, fu la prima capitale normanna, con Ruggero D’Altavilla, ma certamente, ebbe un ruolo fondamentale anche in epoche lontane, come testimonia le recenti scoperte.

“Ha sicuramente avuto un ruolo importante anche come sede ecclesiale, spiega la professoressa Ingoglia, come testimoniano anche soprattutto le fonti scritte. Frate Antonino da Troina, nel ‘700 segnala in questo luogo la presenza di tre chiese. Nella tarda antichità, con l’arrivo dei bizantini, i blocchi del muro più antico, appartenente all’età ellenistica, furono riutilizzati in quella che ci sembra essere una chiesa bizantina, con un pavimento romano. Abbiamo intercettato sin dal primo anno, anche un cimitero, che si potrebbe pensare sia nato in relazione alla chiesa, anche se i risultati che abbiamo avuto finora su una decina di campioni di tombe, ci danno un arco cronologico che va dall’età dei normanni fino al XVI- XVII sec. Quindi, o mancano le tombe più antiche o si tratta di un cimitero realizzato in un periodo posteriore alla costruzione della chiesa, forse dopo che la chiesa fu dismessa. Certamente, Troina fu una città, con importanti monumenti. Una città di montagna importante, sia dal punto di vista strategico, che economico, non fu mai solo un luogo di passaggio”.

Gli scavi, aperti a chiunque volesse partecipare come spettatore o attivamente, hanno contato tantissime visite, soprattutto di scolaresche.

“L’archeologia di oggi, continua la professoressa, vuole stare in mezzo alla gente, vuole farsi sentire perché la storia è importante per tutti”.

Per i Troinesi che sentono forte il senso di appartenenza alla propria terra e che credono che le proprie origini, la propria storia, la propria cultura rappresentino un legame col presente e un mezzo per arricchire il proprio territorio, questa straordinaria scoperta non può rimanere un cantiere a cielo aperto, deve concretizzarsi in qualcosa di reale.

“Occorrono importanti finanziamenti, spiega la professoressa Ingoglia, per dare risposte alle tante domande che ancora sono irrisolte. Questo scavo ha restituito tanto materiale che deve essere processato in laboratorio e in biblioteca. Io credo che qui sia necessaria una valorizzazione importante. L’università di Messina ha il progetto e cura con i suoi studenti il fondamentale aspetto didattico-scientifico e noi ringraziamo il Comune di Troina perché ci ospita e ci supporta in ogni necessità, ma non basta per portare avanti un progetto di valorizzazione e fruizione in un posto come Troina che è ricchissimo di storia”.

Sandra La Fico