Le città demaniali di Sicilia. Interessante convegno a Nicosia

Nicosia. La Chiesa di San Vincenzo Ferreri ha ospitato un interessante appuntamento culturale, ovvero il convegno sulle città demaniali di Sicilia. E, aldilà del convegno in sé, la vera notizia è che finalmente piano piano si sta ricominciando a parlare di Cultura e fare Cultura. Il periodo Covid aveva inizialmente allontanato tutti e creato un deserto, poi, anche per il fatto che l’Uomo non è fatto per vivere da solo, si è cominciato a sperimentare gli eventi online che hanno avuto il vantaggio indiscusso di permettere a molti, lontani anche chilometri, a poter assistere ad importanti eventi.

Ma anche questa soluzione, seppur abbia ampliato le possibilità in certi fronti, lasciava sempre una sorta di “amaro in bocca”, una mancanza che andava sopperita. E quella mancanza era la presenza, l’incontro fisico, il poter stringere le mani, confrontarsi, entrare in connubio con il contesto, insomma vivere la Cultura a 360°. E ospitare un convegno all’interno della chiesa di San Vincenzo Ferreri, un piccolo scrigno di tesori a Nicosia, è certamente quel qualcosa in più che non può restituire una semplice diretta streaming. Ma veniamo all’evento: le città demaniali di Sicilia erano storicamente quelle città del Regno che dipendevano direttamente dal re (quindi, non sottoposte ai feudatari). Erano all’incirca una quarantina e Nicosia faceva parte di esse addirittura nel primissimo nucleo di questa particolarità in cui a fregiarsi di tale titolo erano poco meno di un quarto. Un “titolo” che rappresenta quasi una prova di una Nicosia che un tempo “contava” nel contesto regionale e che, senza ovviamente chissà quale voler ritorno al Medioevo ma solo legato ad una consapevolezza storica, dovrebbe renderci un po’ più orgogliosi della ricchezza materiale e immateriale del paese di Nicosia. Questo convegno ha aiutato i vari presenti a meglio comprendere il significato storico (con tutte le sue implicazioni) del titolo di città demaniale. Gli interventi, sapientemente moderati dal Prof. Di Fini, dopo i saluti istituzionali (l’Assessore Antonio Pagliazzo e il capo ufficio staff del Sindaco Daniele Pidone per l’Amministrazione) e degli organizzatori (da segnalare, tra gli altri, gli interventi dell’Ass. Culturale Corteo Storico Carlo V presieduta da Anna Maria Livolsi e del Mo.I.Ca, presieduta da Bettina Cascio Gioia che da tre decenni hanno dato vita a Nicosia al magnifico corteo Storico che ripercorre la visita di Carlo V a Nicosia) si è dato il via al convegno vero e proprio. A prendere la parola per primo l’architetto Santagati, direttore della rivista “Galleria” di Caltanissetta, già presente e intervenuto a Nicosia cinque anni prima nella stessa location per il convegno sulla Nobiltà di Spada, ha tenuto un intervento di ampio respiro sul significato e la storia delle Città demaniali in Sicilia. Il Prof. Ferdinando Maurici, dott. di ricerca in Storia Medievale e Soprintendente del mare per la Regione Siciliana, ha invece affrontato il tema dei Castelli demaniali di Sicilia. Dopo questi due interventi il convegno ha registrato due importanti momenti culturali offerti da due eccellenze nicosiane, ovvero il dott. Giovanni D’Urso, presidente del comitato tecnico scientifico dell’Ecomuseo Petra d’Asgotto e appassionato di Storia locale, e la dr.ssa Elena Costa che hanno permesso, con i loro interventi, di inquadrare meglio la tematica affrontata dal convegno e rendere maggiormente consapevoli i vari presenti della ricchezza della cultura storica. Ben vengano, quindi, queste iniziative culturali, che permettono di conoscere il passato anche per meglio comprendere il presente. Il passato è una terra di problemi e contraddizioni ma anche di ingegno e soluzioni. È una miniera da cui attingere nell’agire, anche nel semplice quotidiano, in maniera consapevole. Di certo sapere o meno che cosa sia una città demaniale non serve a comprare il pane, ma ci aiuterà a conoscere e apprezzare di più la terra in cui abitiamo che non è stata costruita in una notte ma è frutto di un continuo alternarsi di vicende storiche di cui noi siamo eredi e anche responsabili di tramandarle alle generazioni future.
Alain Calò